Scuola e Università, la Moratti non molla.
Istruzione. Presentato ''La nostra scuola'', Emiliano Sbaraglia da Aprile On Line.info del 6/6/2006
“Parterre de rôi” ieri a Roma alla Sala
Associazione Stampa Estera, in occasione della presentazione del libro
“La nostra scuola”, trascrizione di una conversazione dell’ex-ministro
della pubblica istruzione Letizia Moratti con il giornalista del
Corriere della Sera Piero Ostellino, naturalmente pubblicata dal
gruppo Rcs libri (pp.143, € 15). A fare gli onori di casa è Yossi Bar, Presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia, che introduce i due prestigiosi ospiti, il nuovo sindaco di Milano e l’editorialista del maggior quotidiano nazionale. Ostellino prende la parola, ed è magistrale la sua prova di finto equilibrismo critico, teso invece a insinuare quanto siamo stolti, noi cittadini italiani, per non aver compreso di esser rimasti orfani di cotanto genio, cioè quello dell’elegantissima lady Moratti, costretta a governare una città come Milano per i prossimi cinque anni, quando soltanto con un piccolo sforzo in più da parte nostra nell’urna elettorale, avrebbe ancora potuto scorrazzare con la sua riforma-spezzatino tra i banchi delle nostre scuole e le aule delle nostre università. Un vero peccato. Ma la riforma non morirà tanto facilmente, ammonisce la tagliente e liberale penna del “Corsera”, perché i presupposti sono quelli giusti, ed era dai tempi di Giovanni Gentile che si attendeva un riforma così. Capito? Tocca alla regina della festa, e i suoi ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno creduto in lei, ora come allora, salvo poi spiegarci che tutto quello che della riforma si salva è farina del suo sacco, mentre tutto quello che non va è colpa di Berlinguer Luigi, De Mauro Tullio, e perché no, anche Bassanini Franco: dipende dai giorni, dagli orari, dagli impegni, gli aerei per Milano, i nuovi impegni istituzionali (ahimé…), e comunque grazie a tutti, siete meravigliosi. Il sorriso plastificato della Moratti annuncia il congedo, ma siamo in democrazia, e tocca sottoporsi al fuoco di fila delle domande provenienti dall’ostile platea. A rompere il ghiaccio ci pensa Gaetano Quagliariello, classe ’60, senatore della nostra Repubblica, eletto nelle liste…va bé, passiamo oltre. “Caro ministro”, è l’esordio infelice del senatore, che mette in difficoltà l’uditorio. “Ex-ministro”, sussurra qualcuno, e parte la caccia al delatore. “Grazie, ministro”, conclude Quagliariello in evidente stato confusionale, e a quel punto è la stessa Moratti a sussurrare con modestia: “Sindaco, caro senatore, sono soltanto sindaco”. La palla passa a un giornalista del quotidiano francese “Le Figaro”, che si distingue subito per la sua pungente osservazione: “In Francia si direbbe che lei ha provato a dimagrire l’elefante, eppure è stata subissata di critiche. Non sarà forse colpa di una cattiva informazione sui contenuti delle sue proposte?”. A questo punto, visto il timidissimo accenno di critica all’invitata d’eccellenza, corre in soccorso il prode Ostellino, anche perché altrimenti non si capisce cosa fosse venuto a fare. “L’altra sera ero a cena a Milano – racconta il giornalista – e una mia amica ha detto: 'L’importante è che non si tocchi la Costituzione'. 'Ma l’hai letta la Costituzione?', le ho chiesto. 'No', mi ha risposto”. Fine della parabola, risate di buon gusto, il trionfo del surrealismo all'amatriciana. L’epilogo dell’indimenticabile incontro ci regala baci, abbracci, promesse, autografi, telecamere, microfoni, interviste, primi piani, bagno di folla e applausi scroscianti: è la fiera del vuoto, il festival del nulla, così come bene ha insegnato la scuola-Mediaset. Dove, un giorno, ci dovremmo finalmente decidere a iscriverci, tutti quanti: professori e studenti, insegnati e alunni, maestri e scolari. Sarà l’occasione giusta per imparare qualcosa. |