Devolution/2.
Bocciare la proposta per avviare il dialogo.

da Tuttoscuola del 22/6/2006

 

Il sen. Follini ha ribadito la sua contrarietà alla riforma e ha evidenziato che il problema principale è trovare la risposta all’interrogativo su "quale idea d’Italia abbiamo". A prescindere dall’esito del referendum è necessario promuovere "una convenzione o una nuova bicamerale" per fare chiarezza sulle prospettive future.
Il sen. Salvi si è dimostrato scettico sull’attivazione di organismi ad hoc. La bicamerale è un progetto fallito; la "sede c’è ed è la Commissione Affari Costituzionali del Senato presieduta dal sen. Mancino", che nel suo intervento ha ribadito le critiche ad una riforma che "snatura il sistema" introducendo una figura di primo ministro assoluto ed assai inquietante. Mancino, nel suo articolato e convincente intervento, ha sottolineato il significato politico dell’appuntamento referendario, ribadendo anche in questa sede che "attribuendo alle Regioni una competenza esclusiva in materia di sanità e di scuola, la riforma produce una inevitabile collisione con la stessa competenza esclusiva già attribuita allo Stato nelle medesime materie.... Nel frattempo crescerà un contenzioso che può solo arrecare danno e la contrapposizione di competenze comporterà..." il rischio di avere venti sistemi educativi regionali perché la competenza esclusiva delle regioni comprende non solo l’organizzazione scolastica, ma anche i programmi.

La riforma sottoposta a referendum, ha proseguito l’ex presidente del Senato, si fonda "sul primato del capo del governo", con conseguente vistoso indebolimento "di tutti gli altri organi costituzionali: Capo dello Stato, Parlamento, Consulta".

Gli esponenti politici intervenuti, e questo è un aspetto significativo da non sottovalutare, hanno dato dimostrazione di una notevole capacità di rappresentazione della forza della politica che, purtroppo, dalla maggioranza della popolazione viene percepita come inutile, costosa e incapace di esprimere un serio progetto politico sullo sviluppo del Paese.

Per una volta, le diverse collocazioni politiche degli intervenuti hanno rappresentato un motivo di arricchimento e non di delegittimazione reciproca. Fosse sempre così...