Ricerca di Caritas e Unicef: il 40% degli alunni
extracomunitari è nelle scuole primarie. Ma la percentuale è in
aumento anche negli istituti superiori
Scuola, crescono gli alunni stranieri
da settembre saranno 500 mila.
la Repubblica del
26 giugno 2006
ROMA - Da settembre gli alunni stranieri iscritti nelle scuole
italiane raggiungeranno quota 500.000. Il dato è emerso da una ricerca
della Caritas e dell'Unicef in un convegno sulla condizione dei
bambini e degli adolescenti di origine straniera che vivono nel nostro
Paese.
Istruzione.
La scuola come elemento di speranza sul fronte dell'integrazione, la
multiculturalità all'interno degli istituti come base su cui fondare
l'integrazione. In appena un anno gli stranieri in più nelle classi
saranno circa 70 mila. La più elevata consistenza di alunni immigrati
(40%) si trova nella scuola primaria, ma questo forte aumento nel
secondo ciclo di istruzione rappresenta una tendenza interessante,
legata anche ai ricongiungimenti familiari. E la crescita più marcata
sarà nelle superiori, con 100.000 alunni in più.
E' il Nord-Est l'area geografica con la percentuale più alta di alunni
stranieri. La regione con l'incidenza più alta è ancora l'Emilia
Romagna con il 9% seguita da Umbria e Marche. Tra i comuni capoluogo è
Milano ad avere l'incidenza più alta con circa il 12%. I poli di
attrazione non sono però solo le grandi città ma anche i piccoli
centri e Paesi: le località di Martin Sicuro (Teramo) e Porto Recanati
(Macerata) hanno percentuali di alunni stranieri del 20%.
Un inserimento crescente al quale fa però da contraltare il minore
successo scolastico. Nelle superiori oltre il 25% degli studenti
stranieri, uno su quattro, ha una battuta d'arresto. Rispetto al
risultato conseguito dagli allievi italiani il divario con gli allievi
stranieri è del 3,36% alla scuola primaria, del 7,06 alla secondaria
di primo grado e del 12,56 alla secondaria di secondo grado.
SANITÀ.
Se dal punto di vista dell'istruzione Primaria i dati sono
confortanti, per quanto riguarda altri aspetti della vita degli
immigrati la condizione non è la stessa. Dal convegno è emerso un dato
impressionante: solo il 5,6% dei genitori immigrati si rivolge al
pediatra di base. Se dai dati disponibili si rileva una condizione di
salute alla nascita (nascite pre-termine, peso alla nascita, ecc..)
dei piccoli stranieri di poco peggiore rispetto a quella degli
italiani, per quanto riguarda l'assistenza sanitaria i bambini
stranieri non frequentano in modo soddisfacente il pediatra di libera
scelta.
Secondo dati Ismu (Istituto per gli studi sulla multietnicità di
Milano) solo il 41% degli immigrati regolari con figli al seguito si
rivolge al pediatra di base. E nel caso degli immigrati irregolari la
percentuale di fruizione si abbassa all'1,1% nel caso dei padri e al
9,7% nel caso delle madri (media del 5,6%). Alla luce di questa
constatazione la Caritas ha lanciato la proposta 'ogni bambino
straniero deve avere il suo pediatra'. Per ora l'ha raccolta la
Regione Lazio che proprio in questi giorni dovrebbe attuarla, ma anche
il nuovo ministro della Salute ha mostrato interesse per l'
iniziativa.
DEVIANZA MINORILE.
In Italia non sembra siano presenti segnali di devianza delle seconde
generazioni di adolescenti stranieri come invece è accaduto in altri
paesi europei mentre è molto più frequente il loro coinvolgimento come
vittime. Sul fronte della giustizia minorile emerge tuttavia una
diffusa tendenza alla riduzione della presa in carico dei minorenni
extracomunitari. L'esigenza che emerge è quella di progetti
personalizzati per il recupero di questi ragazzi, anche attraverso
l'orientamento al lavoro. Un esempio di 'buona prassi' in questo senso
è un'iniziativa avviata dal Comune di Roma nel carcere minorile di
Casal del Marmo.