La matematica, bestia nera.
ItaliaOggi del
27/6/2006
Buoni i livelli di competenza dei quindicenni
italiani quanto a capacità di lettura, ragionamento scientifico e
problem solving ma del tutto insoddisfacenti i risultati raggiunti in
matematica. Per non parlare di quella percentuale del 20-25% di
adolescenti scolarizzati (e per lo più destinati agli istituti
professionali) del tutto privi di competenze minime per proseguire gli
studi o per entrare nel mondo del lavoro. O, ancora, del divario
tuttora esistente tra le regioni del Nord e quelle del Sud.
È quanto emerge dal rapporto Ocse-Pisa 2003 (´Programme for
international student assessment'), un'indagine a periodicità
triennale che mira a verificare in che misura gli studenti prossimi
all'uscita dalla scuola dell'obbligo abbiano acquisito alcune
competenze considerate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e
attivo nella società. Tra queste, appunto, la matematica, che a
differenza delle altre discipline o si impara a scuola o non si
impara. Il campione italiano preso in esame risulta nettamente al di
sotto della media e si colloca al 25esimo posto tra i 29 paesi dell'Ocse
seguito soltanto da Portogallo, Grecia, Turchia e Messico. Secondo i
dati del rapporto e in una scala da 1 a 6, al sesto livello di
matematica (quello corrispondente alla capacità di interpretare i dati
complessi) si situa solo l'1,5% dei ragazzi italiani mentre
all'estremo più basso si registra ben il 18,7%. Il 13,2% degli
studenti, inoltre, risulta incapace di risolvere problemi
semplicissimi e considerati, secondo i criteri Ocse, addirittura
inferiori al livello 1. Tra le variabili, anche il tipo di scuola
frequentato (liceo scientifico o istituti tecnico-professionali) e le
caratteristiche socio-professionali delle famiglie di provenienza:
all'interno dei paesi Ocse, l'Italia è quello con la varianza tra
scuole buone e scuole cattive tra le più elevate (quasi il doppio
rispetto alla media). A detta dei ricercatori che hanno condotto
l'indagine, la percentuale dei quindicenni italiani con competenze
matematiche reputate ´largamente insufficienti' è del 31,9%.
Semplicemente insufficiente risulta il 24,7%. Conti alla mano, il
totale supera il 50% (uno studente su due).
´Certo non si può generalizzare', ha dichiarato Luciano Abburrà,
ricercatore presso l'Ires-Piemonte, ´poiché al contrario degli altri
paesi presi in esame in Italia restano marcate le differenze tra
regione e regione'. A tutto discapito, naturalmente, di quelle
meridionali e insulari. Dall'esame dei dati risulta che i punteggi in
matematica registrati nel Nordovest e nel Nordest hanno risultati
simili a quelli di Francia e Svezia, il Centro conferma la media
italiana mentre le due aree del Mezzogiorno (Sud e isole) si attestano
sulle posizioni più che arretrate della Turchia e superiori solo a
quelli del Messico. Impietoso anche il commento del governatore di
Bankitalia: ´È vero che negli ultimi dieci anni l'Italia ha ridotto il
divario rispetto ai paesi avanzati nella diffusione dell'istruzione',
ha affermato Mario Draghi, ´ma il ritardo accumulato dagli studenti
nell'apprendimento della matematica equivale a un anno di scuola'. A
questo difetto di efficacia, precisa Draghi, ´se ne aggiunge uno di
equità: il successo scolastico nella scuola superiore e all'università
è fortemente correlato alle condizioni della famiglia di provenienza'.
In generale, gli studenti migliori restano quelli di Hong Kong, cui
seguono finlandesi e olandesi, anche se la percentuale di studenti con
alte competenze in matematica resta bassa dovunque: il 4% in media dei
paesi Ocse. Belgio, Giappone, Corea e Hong Kong, paesi pilota, non
superano, del resto, l'8%.