Quasi un miliardo in meno per le
pubbliche:
la Finanziaria porterà ad economizzare, oltre che sulle supplenze,
perfino sulla carta e i registri. Regalie alle private
Scuola, ecco i tagli nascosti
fondi diminuiti fino al 40%.
Salvo Intravaia, la Repubblica del
30/1/2006
I tagli nascosti dalla Finanziaria non
finiscono di sorprendere. Nel 2006 le scuole pubbliche avranno a
disposizione meno supplenti e meno risorse economiche. Le private,
invece, riceveranno dallo Stato più soldi. Quasi un miliardo di euro
di tagli (980 milioni per l'esattezza) rispetto all'anno scorso hanno
finalmente "nome e cognome". Sappiamo, cioè, l'entità dei tagli e cosa
è stato sforbiciato da Tremonti & company. Oltre alle parole ci sono i
fatti, e i numeri parlano chiaro: l'ultima Finanziaria del governo
Berlusconi ha impoverito le scuole e la scuola. Meno risorse umane e
finanziarie per l'anno che dovrebbe vedere il completamento della
riforma Moratti.
Scorrendo il ponderoso volume sul bilancio di previsione dello Stato
per il 2006 si scoprono una serie di "sorprese". Di alcuni ci si era
accorti durante l'iter parlamentare della Finanziaria, ma si sperava
negli "aggiustamenti" dell'ultima ora. Le altre "brutte sorprese" si
scoprono sfogliando le centinaia di pagine del supplemento alla
Gazzetta Ufficiale e confrontando le somme stanziate per il 2006 con
quelle del 2005.
Tagli la cui entità non è sempre facile determinare in quanto
distribuiti fra le 18 regioni italiane (Valle d'Aosta e Trentino Alto
Adige escluse, per via di particolari accordi con lo Stato derivanti
dallo statuto speciale) che gestiscono la scuola italiana.
Le somme per il funzionamento amministrativo e didattico. Il primo
campanello d'allarme è stato suonato dal direttore dell'Ufficio
scolastico regionale del Piemonte, Anna Maria Dominaci, lo scorso 13
gennaio. Una lettera circolare comunica a tutte le scuole che, in
Piemonte appunto, le cosiddette somme per il funzionamento
amministrativo e didattico sono state decurtate addirittura del 40 per
cento. Un giochetto che, in tutta Italia, ha portato il capitolo di
spesa da 166 a 99 milioni di euro. Nel 2006 occorrerà lesinare e
economizzare su tutto: cartucce per stampanti, carta (anche igienica),
attrezzature di laboratorio e persino sui registri di classe e
personali degli insegnanti. Le scuole sceglieranno quelli più
economici? Quelli con meno fogli? Forse sì. Sta di fatto che il
finanziamento più cospicuo che arriva alle scuole: quello che - come
dice il titolo stesso del capitolo di spesa - consente alle scuole di
funzionare è stato quasi dimezzato.
"Sul bilancio dello Stato per l'anno 2006 lo stanziamento a favore del
capitolo di spesa relativo al 'Funzionamento Amministrativo, Didattico
delle Istituzioni Scolastiche' ammonta a 10.166.988 euro con una
riduzione pari al 40,69 per cento rispetto all'esercizio finanziario
2005 (17.192.677 euro)" scrive la Dominaci. "Alla luce di quanto su
esposto appare indispensabile, al fine di assicurare una
predisposizione del programma annuale di codeste istituzioni
scolastiche, ancorata al principio normativamente sancito della 'veridicità',
rideterminare i parametri relativi alla quantificazione del contributo
di cui all'oggetto. Appare superfluo precisare che, nel caso di
bilanci predisposti sulla base dei vecchi parametri e già approvati,
occorrerà procedere alla rimodulazione degli stessi, attraverso
l'effettuazione delle opportune variazioni di bilancio". Le scuole
piemontesi, a metà anno, dovranno, cioè, rielaborare i bilanci in base
ai nuovi stanziamenti. Stesso destino per tutte le altre scuole,
ignare ancora della spada di Damocle che sta per imbattersi sulla
propria testa. Nei giorni scorsi, analoghe circolari sono state
inviate alle scuole di Lazio e Veneto.
I fondi per le supplenze.
Del taglio alle cosiddette supplenze brevi si era già parlato quando
la Finanziaria non era ancora stata approvata. Alla fine, il governo
Berlusconi ha stretto il budget per le supplenze di durata inferiore
alle 6 ore settimanali del 26 per cento (201 milioni di euro):
passando da 766 a 565 milioni di euro. In soldoni: nel 2006, le decine
di migliaia di supplenti iscritti nelle graduatorie d'istituto avranno
meno possibilità di lavorare. Ma non solo. Anche il consistente
capitolo di spesa relativo alle supplenze a tempo determinato (quelle
annuali: fino al 31 agosto; e quelle fino al termine delle attività
didattiche: fino al 30 giugno) ha subito un taglio considerevole: meno
21,25 per cento. Dai 3 miliardi di euro stanziati nel 2005 si passa ai
2 miliardi e 358 milioni del 2006. La stranezza è che i supplenti a
tempo determinato, negli ultimi anni, sono aumentati vertiginosamente
raggiungendo oggi la cifra record di 130 mila unità, pari al 15 per
cento del totale dei docenti italiani. Senza di loro la scuola
italiana, come confermano le annuali cronache settembrine, non
potrebbe avviare le proprie attività. Considerato che gli alunni
italiani sono in aumento, il taglio del 21 per cento dei fondi
destinati ai supplenti come si ripercuoterà nel 2006/2007 sulla
qualità del servizio scolastico? La riforma prevede forse di
comprimere il personale della scuola? Ma come?
Le scuole private.
Ovviamente non tutto è stato tagliato. Districandosi attentamente fra
i numeri ci si accorge che, in tutte le regioni d'Italia, il capitolo
di spesa destinato alle scuole non statali è cresciuto: di un milione
di euro in Lombardia, 572 mila euro in Veneto e 680 mila in Campania.
Un modesto (più 2 per cento) incremento rispetto allo scorso anno che
- assieme alla circolare che consente alle private di assumere docenti
a progetto (e non necessariamente a tempo indeterminato) e la
moltiplicazione (al triplo dello scorso anno) del bonus statale per le
famiglie che optano per le scuole private - completa le "regalie",
come sono state definite dalla Flc Cgil, di fine legislatura alle
private.