legambiente scuola news

N. 44, DICEMBRE 2005

 

da Legambiente del 2/1/2006

 

Indice

  1. Conferenza Stato Regioni: nessuna intesa

  2. Regali di fine anno

  3. Stop all’inglese pigliatutto

  4. Scuole sicure per decreto

  5. Agenda

 

1. Conferenza Stato Regioni: nessuna intesa

E’ saltata l’intesa tra Stato e Regioni nella Conferenza Unificata convocata il 15 dicembre scorso sul decreto 226/05 relativo al riordino del 2° ciclo. Esito peraltro prevedibile nel monumento in cui il governo ha provato ad accelerare per far partire la sperimentazione già dal prossimo anno, disattendendo gli accordi presi precedentemente con la Conferenza stessa.

Così la Conferenza non ha espresso il dovuto parere sulla confluenza dei percorsi di istruzione secondaria superiore liceale e tecnica nei nuovi percorsi liceali, con esclusione quindi dei percorsi dell’istruzione professionale. Ed è proprio questo che ha fatto saltare il tavolo, il dover esprimere un parere solo sul canale liceale e non sull’impianto complessivo dell’intero sistema, istruzione e formazione professionale compresa. Le regioni chiedono infatti che prima siano definiti i “criteri di attribuzione alle regioni delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie alla programmazione di un’offerta formativa organica del complessivo sistema dell’istruzione… Dal momento che l’attuazione della riforma è stata rinviata all’anno scolastico 2007/08 non si vedono né l’urgenza né la necessità di accelerare l’approvazione di questi decreti”. Urgenza invece più volte manifestata dal MIUR con la speranza di far partire la sperimentazione già dal prossimo anno scolastico in modo da mettere al sicuro la riforma da abrogazioni/modifiche nel caso in cui l’attuale maggioranza uscisse sconfitta dalla tornata elettorale di aprile.

E se Valentina Aprea, sottosegretario del Ministro Moratti ha dichiarato che “il governo andrà avanti, con o senza il parere delle Regioni”, Vasco Errani, presidente della Conferenza, dopo aver invitato il governo a “fermarsi” si è dichiarato disponibile a riprendere il confronto a gennaio, a tempo scaduto per avviare la sperimentazione di nuove tipologie liceali prima della chiusura delle iscrizioni fissate al 25 gennaio prossimo.

 

Le tabelle di confluenza proposte

Sono quelle presentate dal MIUR nella Conferenza Unificata e riguardano la confluenza dei percorsi di istruzione secondaria superiore (esclusi gli istituti professionali) nei nuovi percorsi liceali.

Per quanto riguarda i nuovi licei, classico e scientifico, è stato previsto che in essi confluiscano i percorsi del precedente ordinamento e tutte le sperimentazioni, autonome e assistite, variamente denominate e corrispondenti per titolo finale al diploma di liceo classico e a quello di liceo scientifico.

Il nuovo liceo linguistico accoglie i percorsi ad indirizzo linguistico esistenti.

Il neo liceo delle scienze umane raccoglierà l’eredità dell'ex Istituto Magistrale, chiuso con una legge del 1999, ossia gli indirizzi pedagogico, socio-psico-pedagogico, scienze sociali, scienze della formazione, scienze dell'educazione,

Nel nuovo liceo artistico è prevista la confluenza delle due sezioni dell'attuale liceo: la prima, finalizzata alla prosecuzione degli studi nella Accademia di Belle Arti, trova la sua collocazione nell'indirizzo Arti figurative, mentre la seconda, orientata alla facoltà di Architettura, viene inserita nell'indirizzo Architettura, Design e Ambiente. Le numerose sezioni degli attuali Istituti d'arte confluiscono in gran parte, variamente ripartite, negli  indirizzi del nuovo liceo artistico.

 

Particolare rilevanza riveste l'operazione di confluenza nei nuovi licei economico e tecnologico dei precedenti corsi di studio dell'istruzione tecnica (39 indirizzi).

Il liceo economico, costituito dai due indirizzi, l'economico-istituzionale e l' economico-aziendale, a loro volta articolati in settori rimessi alla scelta dello studente, accoglie i corsi di studio dell'istituto tecnico commerciale, dell'istituto tecnico per le attività sociali e dell'istituto tecnico per il turismo. Nei due indirizzi del nuovo liceo economico confluiscono anche le sperimentazioni attivate nell'ambito giuridico-economico-aziendale.

Per quanto riguarda infine il liceo tecnologico, gli otto indirizzi nei quali esso si articola accoglieranno i restanti 32 corsi di studio degli istituti tecnici che erano collocati rispettivamente nell'Istituto tecnico industriale, nell'Istituto tecnico nautico, nell'Istituto tecnico aeronautico, nell'Istituto tecnico per geometri e nell'Istituto tecnico agrario.

 

2. Regali di fine anno

Sono quelli fatti ancora una volta dal Ministro Moratti agli insegnanti di religione cattolica e alle scuole paritarie.

Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 22 dicembre scorso ha approvato l’assunzione a tempo indeterminato di altri 3.077 unità di insegnanti di religione. Con questo si salda il conto di 15.383 immissioni in ruolo per docenti di religione previsto dalla L. 189/03 con cui il governo si impegnava a regolarizzare la posizione del 70% dell’organico in tre anni. “L’autorizzazione alle assunzioni del personale insegnante – spiega la nota del governo – è un ulteriore passo verso la progressiva eliminazione del precariato nel settore pubblico”. Peccato che nella scuola italiana rimangano oltre 66.000 docenti precari, senza contare il personale ATA!

Ma i docenti di religione cattolica si vedono gratificati anche di un altro regalo: a loro verrà garantito, già dal primo anno di assunzione in ruolo, uno stipendio pari a quello percepito durante la vita da precari. In sostanza non perdono gli aumenti biennali ottenuti da supplenti, a differenza di tutti gli altri docenti neoassunti che hanno, solo a partire dal secondo anno, una ricostruzione di carriera pari al 50%.

E la fine dell’anno (e della legislatura) porta un regalo anche alle scuole paritarie. La finanziaria 2006 triplica, rispetto allo scorso anno, il buono scuola a favore delle famiglie che scelgono per i loro figli le scuole paritarie: da 49.820.216 euro del 2005 a 157 milioni di euro del 2006, un bel regalo se si pensa che la scuola pubblica è stata gratificata di un taglio di ben 155 milioni di euro dal decreto taglia spese varato dal Ministro Tremonti il 14 ottobre scorso, sottraendo fondi, già stanziati, su sicurezza, integrazione disabili, formazione, arricchimento dell’offerta formativa…

 

3. Stop all’inglese pigliatutto

“Al fine di offrire agli studenti l’opportunità di conseguire un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana è data facoltà, nella scuola secondaria di primo grado, alle famiglie che ne facciano richiesta, di utilizzare, per l’apprendimento della predetta lingua, anche il monte ore dedicato alla seconda lingua comunitaria. Tale scelta è effettuata al primo anno della scuola secondaria di primo grado e si intende confermata per l’intero corso della scuola secondaria di primo grado ed anche per i percorsi del secondo ciclo di istruzione e formazione”. Questo il comma apparso, inaspettato, nel D.L. n. 226/05 di riforma del 2° ciclo (vedi Legambiente Scuola News n. 42) che aveva suscitato le proteste degli insegnanti di seconda lingua (soprattutto francese ma anche spagnolo e tedesco). A queste si deve aggiungere l’ordine del giorno votato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione nella seduta del 19 dicembre scorso. Il CNPI “evidenzia con preoccupazione che la possibilità offerta alle famiglie di una totale opzione dell’orario previsto per le due lingue comunitarie esclusivamente per la lingua inglese, determina la cancellazione della seconda lingua comunitaria dal piano di studi obbligatorio della scuola secondaria di primo grado, contraddicendo in tal modo quanto previsto dalla stessa L. 53 all’art. 2 lettera d) che stabilisce che la scuola secondaria di primo grado  <… introduce lo studio di una seconda lingua comunitaria…> e creando così una situazione di dubbia legittimità. La previsione della L. 53 della conoscenza di due lingue comunitarie ha e deve mantenere un carattere formativo finalizzato ad ampliare l’orizzonte culturale dei giovani nella dimensione europea. Non si può inoltre sottacere che una scelta irreversibile effettuata all’età di 10/11 anni è certamente non condivisibile in quanto precoce e tale da condizionare l’intero percorso del secondo ciclo di istruzione e non compatibile neppure con molti degli stessi percorsi definiti dal D.L. 226. A parere del CNPI, fatto salvo l’insegnamento obbligatorio delle due lingue comunitarie, l’eventuale potenziamento della lingua inglese, oltre le tre ore settimanali, può trovare spazio, come per ogni altra disciplina, nell’orario facoltativo previsto per l’arricchimento dell’offerta formativa”.

La C.M. 93/05 sulle iscrizioni, confermando a 29 ore settimanali l’orario obbligatorio per la scuola media portando a tre le ore di inglese e a due quelle di tecnologia, riporta che “…il citato art. 25, 2 comma del D.L. 226/05 potrà trovare applicazione solo dall’anno scolastico 2007/08”.

Il problema è stato spostato in avanti. Ma anche la protesta e la polemica sono destinate a non fermarsi qui, qualora “l’inglese pigliatutto” dovesse riapparire!

 

4. Scuole sicure per decreto

Tre edifici scolastici sequestrati in Molise tra i quali quello nuovo di San Giuliano di Puglia, ricostruito dopo il terremoto del 31 ottobre 2002 che, sotto il crollo del precedente edificio, aveva causato la morte di 27 bambini e della loro maestra. Motivazione del sequestro: mancanza delle misure antincendio.

Alla richiesta di sicurezza delle scuole, il governo risponde con l’ennesima proroga. Con un decreto dello scorso mese di ottobre la scadenza per l’attuazione delle “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” dal 31 dicembre 2005 è stata prorogata al 30 giugno 2006. Tale decreto prevede anche che tutte le classi abbiano un “affollamento massimo” di 26 persone (25 alunni più il docente). Se così dovesse essere il MIUR sarebbe costretto a formare più classi e assegnare più posti, visto che le classi di 28/30 alunni stanno diventando la norma.

Degli oltre 41 mila edifici scolastici censiti da Viale Trastevere, solo il 57,6% sono in possesso di regolare certificazione di idoneità statica. Come dire che la quasi metà degli istituti scolastici italiani diventano idonei per decreto ad ospitare quasi nove milioni tra alunni, docenti, personale ATA.

Nonostante gli allarmi lanciati da vari dossier (Legambiente, Cittadinazattiva, CGIL), non solo il governo va di proroga in proroga rinviando la messa a norma degli edifici scolastici, ma taglia anche quei pochi fondi stanziati nel 2005 per la sicurezza nelle scuole: 12.928.044 euro portati via (su 20.658.276, - 67,58%) dal decreto taglia spese che il Ministro Tremonti ha approvato lo scorso 14 ottobre.

 

5. Agenda

27 gennaio 2006 “Giornata della memoria”

Come negli anni precedenti, le  Associazioni Professionali insieme alle Organizzazioni sindacali della scuola hanno  promosso questa importante iniziativa.

Lettera aperta alle scuole italiane: in memoria della Shoah, minuto di silenzio e lettura della poesia “Se questo è un uomo”(di Primo Levi)

A distanza di cinque anni dall’istituzione della giornata della memoria (Legge 20 luglio 2000, n. 211) il lavoro progettuale  delle scuole ha fatto emergere la forte valenza formativa sottesa,  come uno dei più significativi risvolti che caratterizzano il senso della legge. Esiste infatti un rapporto intrinseco, necessario tra il “fare memoria” e l’educare:  i processi formativi si attivano nel passaggio generazionale che consegna alle giovani generazioni valori, significati, nuove istanze di comprensione e di interpretazione rispetto a quella forma di memoria sedimentata e incessantemente interrogata che chiamiamo “storia”. Ne nasce  una rappresentazione sociale del tempo che, collegando passato e futuro nel punto mobile del presente, sottrae gli eventi alla visione contingente della cronaca per consegnarli al ripensamento critico della storia. E’ per queste ragioni che si avvalora l’affermazione fondante della Giornata: chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo.

Da tre anni, su proposta anche dell’associazionismo professionale, molte  scuole  alle ore 11,45 del 27 gennaio (data e ora  in cui le truppe sovietiche  entrarono ad Auschwitz) suonano la campanella, effettuano un minuto di silenzio e leggono la poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”.

Il nostro impegno è che “il minuto di silenzio” si consolidi come una tradizione condivisa da tutte le scuole italiane, come parte integrante e significativa dei percorsi didattici  che con passione gli insegnanti progettano e realizzano per ricordare la Shoah.

Per questo vi chiediamo  di valutare l’opportunità di  inserire nella progettazione formativa, che ogni scuola in piena autonomia organizza per ricordare la giornata del 27 di gennaio, anche “il minuto di silenzio”.

Firmato: AIMC, CIDI, FNISM, LEGAMBIENTE SCUOLA, MCE, PROTEO FARE SAPERE, UCIIM, CGIL FLC, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, GILDA INSEGNANTI, SNALS.

 

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