SCUOLE SUPERIORI.
Sindacati e regioni attaccano la sperimentazione
anticipata annunciata dalla Moratti.
da
Il Gazzettino di Venezia
del 31/1/2006
Roma
Un'ondata di proteste ha accolto l'annuncio del ministro Moratti di
aver firmato un decreto che consente l'avvio della sperimentazione
della riforma delle superiori già dal prossimo settembre. Forte
contrarietà è stata espressa da esponenti dell'opposizione, dalla
regioni e dai sindacati.
Di «irresponsabilità senza limiti» parla il diessino Andrea Ranieri
secondo il quale si tratta di una sperimentazione «impossibile e
truffaldina perché volta a modificare l'assetto delle scuole dopo che
le famiglie hanno effettuato le iscrizioni». E annuncia «se questo
Governo sarà mandato a casa, il decreto della Moratti, la sciagurata
previsione di due canali separati, quello liceale e quello
professionale, non avrà mai attuazione».
Stesse critiche dalle Regioni. Secondo il coordinatore degli assessori
regionali alla scuola Silvia Costa, che già aveva sonoramente bocciato
l'iniziativa della Moratti, «la riforma è solo virtuale e oltre a
essere lesiva della lealtà dei rapporti con le Regioni, è confusa, e
fa riferimento ai licei e ai nuovi otto indirizzi che non sono ancora
legge». Intanto, dall'Emilia Romagna, l'assessore Mariangela Bastico
rassicura le famiglie: «Nella nostra regione non sarà avviata nessuna
sperimentazione di tipo ordinamentale sulle scuole superiori nell'anno
scolastico 2006-2007». E dunque, nessun avvio dei nuovi licei. «La
firma di questo decreto - afferma Bastico - ha un carattere
esclusivamente propagandistico e introduce una sperimentazione
inattuabile visto che le iscrizioni al prossimo anno sono già chiuse».
Non meno duri i sindacati. «Atto irresponsabile», attacca il leader
della Flc-Cgil, Enrico Panini facendo notare come il provvedimento sia
«in evidente contrasto con norme di legge e in spregio delle intese
raggiunte con le regioni, con vastissime zone d'ombra e di incertezza,
senza formazione degli insegnanti, a iscrizioni già concluse e senza
risorse». Insomma, conclude il sindacalista «una autentica
provocazione lanciata da chi ha deciso di giocare anche in queste
ultime ore allo sfascio della scuola pubblica».
Nessuno sconto neppure dalla Gilda
che parla di decreto «politicamente
inopportuno, irrispettoso delle prerogative delle regioni, con le
quali il Governo si era accordato in modo diametralmente opposto, ma
soprattutto, come sempre, non tiene in alcun conto delle ragioni dei
docenti, che hanno già espresso pesanti critiche di merito sulla bontà
del progetto di riforma».