Scontro regioni-governo sulla sperimentazione.

Riforma scuola verso la Consulta.

ItaliaOggi del 10/2/2006

 

Finirà come al solito, anche sulla sperimentazione della riforma della scuola. Che a dirimere la controversia tra governo centrale e regioni dovrà intervenire la Corte costituzionale. Il ricorso alla Consulta trapela tra le righe dell'ordine del giorno con cui ieri la conferenza delle regioni ha chiesto al ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, il ritiro dei decreti che avviano la sperimentazione dei nuovi licei a partire dal prossimo settembre. Ossia con un anno di anticipo rispetto a quanto stabilito in un precedente accordo raggiunto proprio con i governatori. Che tirasse aria di scontro lo si era capito già nei giorni scorsi, quando prima il presidente delle regioni, Vasco Errani (si veda ItaliaOggi del 7 febbraio) e poi i vari assessori all'istruzione, capitanati da Silvia Costa (Lazio), hanno detto in tutti i modi che per la sperimentazione non c'era più tempo. Ricordando che su questo punto lo stesso ministro aveva convenuto e minacciando che, per tutelare la qualità della scuola, sarebbero ricorsi anche alle vie legali. L'oggetto del contendere sono i due decreti che definiscono le tabelle di confluenza tra i vecchi e i nuovi diplomi finali e l'incremento al 20% della quota oraria del piano di studi affidata alle regioni. "Su questi la conferenza unificata non ha espresso il parere che invece i testi dei decreti richiamano", si legge nella nota. In questo modo il ministro ha violato il rapporto "di leale collaborazione istituzionale" con le amministrazioni regionali.
Ma non è solo un problema politico di competenze.

La circolare che dà l'avvio alla sperimentazione è stata emanata "quasi un mese dopo la programmazione della rete scolastica da parte delle regioni e all'indomani del termine ultimo per le iscrizioni alle scuole. Si crea così solo confusione e disorientamento sia tra le famiglie e gli studenti sia tra i docenti e i dirigenti scolastici".

Tra l'altro il potere di autorizzare le scuole ad avviare i progetti innovativi è stato attribuito ai direttori degli uffici scolastici regionali, che invece "non hanno competenza secondo il vigente decreto (dpr n. 275/1999) e ledono il ruolo di programmazione dell'offerta formativa riconosciuto alle regioni". Insomma, ci sono tutti gli estremi per un nuovo caso di conflitto di competenze stato-regioni da portare alla Consulta.