Torna il tempo pieno,

se l’Unione vincerà.

da Tuttoscuola, 14/2/2006

 

Il decreto legislativo n. 59/2004, in attuazione della riforma Moratti, ha abrogato le norme che regolavano il tempo pieno, pur restituendo complessivamente il tempo di 40 ore settimanali, attraverso parti separate (formula spezzatino, come l’ha chiamata l’opposizione).

Prima dell’intervento riformatore, era stata invocata, da parte di alcuni ambienti della sinistra, una riflessione sul modello di tempo pieno "vecchio" di quasi trent’anni, per una sua revisione radicale.

Ma l’intervento morattiano ha provocato la reazione di difesa del tempo pieno, trasformandolo in un tabù intoccabile.

Se l’Unione vincerà le elezioni, vi sarà un ritorno al passato senza revisione oppure inizierà davvero quella riflessione auspicata sei o sette anni fa?

La formula inserita nel programma sembra far intendere che in fatto di tempo scuola non vi sarà flessibilità di orario e di scelta per le famiglie, e i vecchi modelli ritorneranno così come erano stati soppressi. "Deve essere garantito più tempo scuola e vanno eliminate le riduzioni dell’orario di tutti apportate dalla Moratti.

Puntiamo alla valorizzazione del tempo pieno e del tempo prolungato, ripristinandone la normativa nazionale, da valorizzare come modelli didattici, con il riconoscimento della pari valenza educativa di tutte le attività previste".

Ritorno al passato?