Sperimentazione:
come è disciplinata la quota del 20%.
Tuttoscuola,
7 febbraio 2006
Sul
sito del MIUR è possibile trovare e scaricare i documenti
relativi alla cosiddetta sperimentazione (più correttamente:
innovazione) del secondo ciclo, concernenti le confluenze tra vecchi e
nuovi percorsi, le corrispondenze dei titoli – questi due già noti – e
soprattutto il decreto sulla quota del 20%, finora top secret.
Il decreto, che troverà applicazione già dal prossimo 1° settembre
2006, stabilisce che "la quota oraria
nazionale obbligatoria, riservata alla realizzazione del nucleo
fondamentale dei piani di studio, omogeneo su base nazionale, è pari
all’80% del monte ore annuale delle singole attività e discipline
obbligatorie per tutti gli studenti",
comprese, a partire dal terzo anno, le attività e discipline
obbligatorie di indirizzo dei licei che si articolano in inidirzzi
(artistico, economico, tecnologico)
La quota oraria riservata alle singole istituzioni scolastiche è
quindi del 20%, e dovrà essere determinata da queste ultime "nell’ambito
degli indirizzi definiti dalle Regioni, sulla base dell’esercizio
della loro potestà legislativa".
Ma le Regioni nel definire i loro indirizzi dovranno operare "in
coerenza con il Profilo educativo, culturale e professionale dello
studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di
istruzione e di formazione per il sistema dei licei e con le
Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati dei
percorsi liceali".
Le istituzioni scolastiche possono utilizzare la quota anche
parzialmente nei seguenti tre modi:
a) per confermare il piano ordinamentale
degli studi;
b) per realizzare compensazioni tra le
attività e le discipline previste nei piani di studio;
c) per introdurre nuove discipline, ma
avvalendosi dei docenti in servizio nell’istituto e nei limiti delle
disponibilità del bilancio dell’istituto medesimo.
Il decremento orario di ciascuna
disciplina e attività non può essere comunque superiore al 20% del
relativo monte orario annuale.
Queste norme si applicheranno dunque già dal 1° settembre 2006 nelle
scuole che aderiranno al progetto nazionale di innovazione. Il decreto
stabilisce che in vista della definizione, da parte delle Regioni, dei
predetti indirizzi, i direttori degli Uffici scolastici regionali,
previa ricognizione delle esigenze delle istituzioni scolastiche, "offriranno,
a richiesta delle medesime Regioni, ogni opportuna collaborazione".
Ma è difficile che le Regioni governate dal centro-sinistra accettino
di definire indirizzi "in coerenza"
con una riforma che non condividono, e che avanzino richieste di
collaborazione in tal senso agli USR.