Il programma dell'Unione per la scuola/2.

da TuttoscuolaNews N. 232, 13/2/2006

 

Se la nostra analisi è corretta, questo  significa  che  parte  della riforma Moratti potrebbe restare in vigore, eventualmente  modificata.

Anche perché,  per  la  verità,  scorrendo  le  sette  fitte  pagine "scolastiche", vi si ritrovano  proposte  in  qualche  modo  e  misura compatibili con alcuni aspetti della politica scolastica sviluppata da Letizia Moratti nel suo quinquennio, dal mantenimento della scuola  di base di otto anni  alla  maggiore  flessibilità  e  personalizzazione dell'offerta formativa.

Dove compare una discontinuità  davvero  "radicale"  è  sul  secondo ciclo, perché  il  documento  programmatico  dell'Unione  propone  di "elevare l'obbligo di  istruzione  gratuita  fino  a  16  anni  (primo biennio della scuola superiore)", rinviando l'eventuale  scelta  della formazione professionale o dell'apprendistato a  16  anni.  Confermato l'obbligo formativo fino ai 18 anni, assolvibile in entrambi i canali.

Per    quello  professionale  si  propone  un  "sistema  nazionale  di qualifiche professionali", che verrebbero conseguite non  nei  trienni sperimentali varati dalla Moratti in uscita dalla terza  media  ma  in percorsi almeno biennali dopo i 16 anni.

Resta  confermata  la  durata  quinquennale  della  scuola  secondaria superiore,    e  si  propone  il  ripristino  di  commissioni  d'esame "prevalentemente" esterne. Sulla formazione iniziale  dei  docenti  si affacciano proposte almeno in parte compatibili con  quelle  contenute nel decreto legislativo 227/2005 sulla formazione.  Confermato  infine il Servizio nazionale di valutazione, ma - particolare essenziale – in forma indipendente dal MIUR.

Tranne che sul biennio  iniziale  del  secondo  ciclo,  si  tratta  di proposte che  non  azzerano  il  quinquennio  morattiano,  e  sembrano guardare più avanti che indietro, a "prima" della Moratti.