Mentre continuano le liste d'attesa per
le scuole materne, il Ministero ha approvato
il nuovo organico dei docenti, tutto sbilanciato verso il settentrione
Più alunni al Nord, meno al Sud
anche le cattedre si adeguano.
Salvo Intravaia, la Repubblica del 9/2/2006
La scuola emigra da Sud a Nord.
Dopo lo spostamento degli alunni, arriva quello delle cattedre. Il
ministero dell'Istruzione ha pubblicato il decreto interministeriale
sugli organici dei docenti per l'anno scolastico 2006/2007. Per 7 mila
alunni in più previsti dai tecnici ministeriali nella scuola primaria
(ex elementare), media (ora secondaria di primo grado) e superiore
saranno disponibili 869 cattedre in più. Ma a beneficiarne saranno
soltanto le regioni italiane del centro-nord. Alle 8 regioni del Sud
(Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e
Sardegna) viale Trastevere ha tagliato 1.800 posti. Nelle restanti
regioni (quelle del centro-nord) le cattedre aumenteranno di 2.669
unità.
Una vera e propria maledizione per le già precarie situazioni
socio-economiche del meridione d'Italia che, a questo punto, deve fare
i conti anche con la perdita dei "posti sicuri". Tutta colpa degli
alunni che si spostano verso le regioni settentrionali, lasciando le
classi più vuote al Sud. Secondo le stime del ministero
dell'Istruzione - su cui si basa l'avvio del prossimo anno scolastico
(trasferimenti, eventuali immissioni in ruolo e altro) - il prossimo
anno le aule delle scuole del Nord ospiteranno 52.970 alunni in più,
quelle del Sud 45.970 in meno. Il taglio degli organici di diritto al
Sud colpisce soprattutto i precari, che proprio nelle regioni
meridionali abbondano. È dunque prevedibile una nuova ondata di
insegnanti siciliani, pugliesi e campani in cerca di fortuna (e
lavoro) nelle scuole di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
La scuola materna.
Discorso diverso per quanto riguarda la scuola dell'Infanzia (la
materna). Per circa mille bambini in più sono stati previsti 200 posti
in più rispetto all'anno in corso. I genitori di tutte le aree
italiane dovranno mettersi il cuore in pace e convivere ancora per un
anno con le "solite liste d'attesa", che non consentendo l'ingresso
alla scuola dell'infanzia a tutti i piccoli fra i 3 e i 5 anni
(anticipi compresi) costringono mamme e papà a iscrivere i propri
figli nelle private. Del resto lo stesso ministero dell'Istruzione è
perfettamente consapevole della situazione. Al 31 agosto 2005, cioè
con numeri che riguardano il corrente anno scolastico, i piccoli
inattesa di essere chiamati erano quasi 26 mila. Record in Campania,
con 6.702 piccoli in lista d'attesa, e lunghi elenchi anche in
Piemonte e Lombardia con oltre 3 mila iscritti.
Per soddisfare tutte le richieste, secondo i calcoli dello stesso
ministero, sarebbero serviti 1.741 posti in più. Ma su questo segmento
gli organici sono praticamente invariati da quattro anni. E la
previsione per il prossimo è analoga: liste d'attesa e possibilità,
specie per le coppie che lavorano, di iscrivere i bambini solo nelle
scuole private.
Il giallo.
Non potendo aspettare, per avviare il successivo anno scolastico, le
iscrizioni effettive, il ministero dell'Istruzione si avvale del
cosiddetto organico di diritto (costituito da alunni e posti): una
previsione basata sulle serie storiche degli alunni e su altri fattori
che possono fare oscillare il numero degli iscritti (riforme,
variazione degli indici demografici, ecc). Come ogni anno tra
l'organico di diritto e quello effettivo (il cosiddetto di fatto) c'è
un certo scostamento, negli ultimi anni, a favore di quest'ultimo.
Segno che le previsioni sono state per così dire "prudenti". Quest'anno,
sui numeri consegnati alle organizzazioni sindacali durante le fasi di
informazione c'è un piccolo giallo. Il ministero per stilare il
decreto interministeriale sugli organici stima - e di conseguenza
incrementa i posti (più 512 cattedre) - un incremento di 6.300 alunni
alla scuola elementare. In una precedente versione, tuttavia,
l'incremento di scolari era ben al di sopra del valore preso in
considerazione per il calcolo degli organici: 26.453. Un dato che
avrebbe costretto viale Trastevere a concedere 2.150 posti in più,
anziché i 512 effettivamente accordati. Errore di calcolo o
"aggiustamento" dei numeri per fare quadrare i conti?
Il bilancio sugli organici.
La legislatura è agli sgoccioli e sugli organici è possibile fare un
primo bilancio. A fronte di un incremento di circa 70 mila alunni, fra
gli anni 2001/2002 e 2006/2007, il governo Berlusconi ha assottigliato
l'organico di diritto di ben 18.745 posti: meno stabilità per i
docenti di ruolo e meno possibilità per i supplenti di essere assunti.
Insomma, una scuola più precaria. Ma l'obiettivo di ridurre il numero
complessivo di docenti (di ruolo e supplenti) è miseramente fallito
"grazie" alla coppia Moratti/Tremonti. A testimoniarlo senza ombra di
dubbio lo stesso ministero dell'Istruzione che lo scorso mese di
giugno si è lasciata scappare una pubblicazione rimasta online meno di
24 ore. Nel rapporto dal titolo "La scuola statale: sintesi dei dati
a. s. 2004/2005" il numero totale dei docenti - dal 2001/2002 al
2004/2005 - cala di "appena" 7.239 unità. Altro che 30 mila docenti in
meno promessi dalla Moratti e richiesti da Tremonti!
A Palazzo della Minerva successe il putiferio. La pubblicazione venne
in fretta e furia oscurata e dopo un mese rimessa in linea con la
tavola A, opportunamente riveduta e corretta: il numero dei docenti
riportava soltanto quelli di ruolo e i supplenti annuali (fino al 31
agosto). Niente supplenti fino al termine delle attività didattiche
(fino al 30 giugno), che sono la maggior parte. In questo modo i conti
tornavano a meraviglia: meno 28.580 docenti, con buona pace della
ministra e di Tremonti che solo a questo punto autorizzò 15 mila
assunzioni.