Scuola: tempi non maturi per sperimentazione.

da Regioni.it dell'8/2/2006

 

“Stiamo parlando di far partire il prossimo settembre una nuova scuola superiore, con nuovi istituti che prenderanno il posto degli attuali, nuovi programmi, nuovi orari, nuovi diplomi in uscita. E deve essere fatto tutto, manca tutto. Le iscrizioni, tra l’altro sono già chiuse. Si mette insomma il sistema dell'istruzione in una inutile, incomprensibile fibrillazione”. Così so è espresso il presidente della conferenza delle Regioni in un'intervista rilasciata a ''Italia Oggi'' e pubblicata il 7 febbraio.

''Non e' una posizione pregiudiziale. La politica questa volta non c’entra proprio niente […] Conosco le motivazioni della Moratti. Qualche scuola (che vuole avviare la sperimentazione da subito, ndr.) ci sarà pure. Conosco altrettanto bene che proprio con il Ministro, poco tempo fa, avevamo concordato che la sperimentazione non si sarebbe invece fatta […] Non so quale sarà la scelta della Conferenza. Certo e' che dovremo prendere atto che non c'e' stato da parte del governo il rispetto di un'intesa. Dopo di che, ogni regione deciderà autonomamente il daffarsi “, conclude Errani.

Anche la Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni ha affrontato l’argomento ovvero la decisione presa dal Ministro in modo unilaterale, in difformità dall’impegno preso in Conferenza Unificata di rinviare di un anno la riforma dell’ordinamento del 2 ciclo e quindi di ogni sperimentazione al buio. Si tratta di una decisione che crea confusione tra le famiglie e il personale della scuola, introduce condizioni di disparità tra licei, tecnici e  professionali, dopo che le Regioni hanno concluso la programmazione della rete scolastica sulla base dei piani provinciali e comunali.

Gli assessori regionali che hanno partecipato alla riunione della Commissione il 2 febbraio hanno condiviso con Province e Comuni l’urgenza di intervenire nelle sedi opportune perché non si proceda a sperimentazioni improvvisate e perché il ministero non intervenga nelle decisioni che deve condividere con le Regioni o in cui le Regioni hanno potestà esclusiva.  I Coordinamenti degli assessori regionali, provinciali e comunali hanno convocato per il prossimo 16 febbraio una assemblea per decidere le iniziative da assumere.

Duro il giudizio dell’Anci. “Un colpo di mano del Ministero dell'istruzione”. Così Leonardo Domenici definisce il via libera alle sperimentazioni della riforma del secondo ciclo a partire dal 2006. ''Nonostante l'intesa raggiunta faticosamente il 16 settembre scorso in Conferenza Unificata- spiega Nadia Masini, Sindaco di Forlì e Responsabile ANCI delle politiche scolastiche e dell'Istruzione - a due mesi dalle elezioni il Ministero ha promosso 'ai sensi dell'art.11 del D.P.R. 8.3.1999, n. 275, un progetto, in ambito nazionale, concernente l'introduzione di innovazioni riguardanti gli ordinamenti liceali e l'articolazione dei relativi percorsi di studio, come previsti dal d.lgs. n. 226/2005”. “A testimoniare la contraddittorietà della posizione del Ministero - aggiunge - basta notare come venga citato ad alibi il decreto 275 del '99 il quale prevedeva una sperimentazione 'dal basso', mentre in questo caso la sperimentazione e' promossa dagli stessi Ministero e Ministro che si erano impegnati con le Autonomie locali ad attendere il 2007, data concertata per consentire alle Regioni di procedere alla riorganizzazione del sistema della formazione professionale, in modi coerenti con tutta la normativa vigente e quindi con la legge 53, con il decreto sul secondo ciclo e con quello sul diritto-dovere”. Nel sottolineare che ''purtroppo non e' la prima volta che le promesse e gli accordi governativi non vengono mantenuti”, Masini rileva che ''vista la posizione assunta dallo stesso Ministro, che volle presenziare la Conferenza Unificata del 16 settembre scorso impegnandosi personalmente, credevamo che questa volta si trattasse di un impegno serio giacché benedetto anche dall'opera mediatrice del Ministro La Loggia”. “Così non e' stato - conclude Masini – la sperimentazione partirà ancora una volta in modo improvvisato e senza la maturazione necessaria, sarà di nuovo la Giurisprudenza a mettere i voti ai provvedimenti di questo Ministro”.

(sm/08.02.06)