E il resto mancia! di Rodolfo Marchisio, da Pavone Risorse del 10/2/2006
In un paese ed in un contesto dove si inserisce una legge delicata e complessa come quelle sulla droga all’interno di una norma sul finanziamento delle Olimpiadi (e la si blinda con il voto di fiducia), in un momento in cui ognuno approfitta degli ultimi giorni strappati al Capo dello Stato non solo per invadere i media, ma anche per strappare leggine chiaramente elettorali (ed uno dei difetti della Riforma della scuola è proprio quella di essere un pasticciato compromesso politico), di un ministro che se ne va inserendo nella finanziaria un ulteriore taglio alla scuola pubblica (un ulteriore - 41% sulle spese di funzionamento, un -15% sulla strombazzata autonomia, secondo l’A.N.P.) che non elargisce fondi per le TIC da 5 anni e lascia che Presidenza del Consiglio e Ministro per l’Innovazione invadano le case degli Italiani con un opuscolo di propaganda in cui si magnifica quello che il governo ha fatto per la scuola ("numero dei PC aumentati, rapporto 1:10 studenti; 85% delle scuole cablate con banda larga"). Tacendo che i fondi erano già stati stanziati prima e che con questa amministrazione non abbiamo visto che tagli, non stupisce l’ennesimo aiutino alle scuole private (che Mastella già si affretta a dire che difenderà). Colpisce il fatto che la Moratti abbia inserito un "premio" per i funzionari e i dirigenti (anche quelli scolastici?). Non tutti, perché già mesi fa le Direzioni Regionali avevano dovuto segnalare, coi soliti metodi inquisitori già usati per tutor e libri di testo, quelli poco solerti nella applicazione della Sua Riforma. In altre parole la Moratti, coi nostri soldi (di cittadini) e coi soldi sottratti alle scuole (in particolare dai fondi per il disagio e la dispersione), prima di andare, lascia un premio a chi le è stato più fedele. E’ tipico di questa Amministrazione confondere i servitori dello Stato con chi è al proprio servizio; però anche una mancia può essere offensiva. Vediamo quanti avranno il coraggio e la dignità di rifiutarla. |