Basta con le battaglie ideologiche. ItaliaOggi del 14/2/2006
La
politica, in questi anni, ha spesso considerato la scuola più come un
terreno di scontro ideologico che come una questione di interesse
generale e di impegno comune. L'ha utilizzata per fare immagine e
propaganda più che per sostenerne i processi di sviluppo. Nelle scelte
concrete, poi, l'ha considerata più un problema di spese da tagliare
che una risorsa strategica da valorizzare e su cui investire. La prima
cosa che chiediamo alla politica è dunque quella di cambiare
atteggiamento, di assumere la questione scuola, nella sua interezza e
complessità, fra le priorità da affrontare con spirito aperto e con
metodo concertativo. La XIV legislatura ci lascia con molti problemi
aperti. C'è stata una riforma che non ha funzionato e che non può
funzionare; è necessario rimetterci mano. L'anticipo della scuola
dell'infanzia a due anni e mezzo non risponde ad alcuna ragione
educativa, fa danno e trascina problemi su tutto il primo ciclo che di
suo, poi, presenta un'articolazione dei tempi e delle attività
inaccettabile; il secondo ciclo deve essere totalmente ripensato anche
per recuperare il valore dei percorsi dell'istruzione tecnica;
l'istruzione e la formazione professionale, infine, devono alzarsi a
un livello di più alta qualità e dignità. |