La sperimentazione della discordia. Tuttoscuola, 7 febbraio 2006
"Sperimentazione impossibile e truffaldina" (Andrea Ranieri, responsabile scuola DS), "atto irresponsabile" (Panini, segretario Flc-Cgil), "sciagurata scelta", da non avallare nei Collegi (Ameli, segretario Gilda), "clamorosa violazione ordinamentale" (Scrima, segretario CISL scuola), "aggiunge confusione a confusione" (Di Menna, segretario UIL scuola). Queste le reazioni politiche e sindacali alla decisione del ministro Moratti di avviare la sperimentazione – anzi, come si legge nel decreto ministeriale, la "innovazione" – del secondo ciclo già dal 1° settembre 2006. Sul fronte delle Regioni si registra la dichiarazione di Silvia Costa, coordinatrice degli assessori regionali, che parla di "riforma virtuale e lesiva della lealtà dei rapporti con le Regioni". Mariangela Bastico, assessore all’istruzione in Emilia Romagna, si spinge a dichiarare che "nella nostra regione non sarà avviata nessuna sperimentazione di tipo ordinamentale sulle scuole superiori nell’anno scolastico 2006-2007". Altre Regioni, come la Toscana, il Piemonte e la Puglia, sembrano orientarsi nella medesima direzione. C’è il rischio concreto che a pagare il conto di questo scontro politico-istituzionale sia l’autonomia delle scuole, strette tra il veterocentralismo del MIUR e il neocentralismo delle Regioni. La domanda è questa, già formulata da "Tuttoscuola" in precedenti commenti, e ci dispiace di doverla ripetere: valeva la pena di rompere la faticosa tregua che si era stabilita tra il Ministro e le Regioni con il rinvio dell’attuazione della riforma al 1° settembre 2007? Perché gettare la scuola nel fuoco delle polemiche elettorali, ben sapendo (da entrambe le parti) che in ogni caso occorrerà attendere l’esito delle elezioni politiche per avere un quadro più chiaro della situazione e delle prospettive? |