Arrestati presidi e direttori di scuole.
Rapporti con la malavita organizzata.
In cambio di cospicue somme di denaro le bocciature tramutate in
promozioni
Lo scandalo dei diplomi illegali.
Undici in manette a Palermo.
Salvo Intravaia, la Repubblica del
2/2/2006
PALERMO - Rilasciavano diplomi falsi: 11
arresti a Palermo. Quasi tutti presidi titolari e gestori di scuole
private di Palermo e Caltanissetta. Le manette sono scattate per tutti
all'alba di stamattina. Ora gli 11 destinatari dei provvedimenti di
custodia cautelare sono agli arresti domiciliari, disposte dal giudice
per le indagini preliminari, Pasqua Seminara. Nel giro dei diplomifici
era coinvolto anche un "personaggio assai vicino ad ambienti mafiosi",
Nicolò Malfattore, "che rivestiva il primario ruolo di fornitore di
documenti (diplomi, ndr) falsi ed, al contempo, di gestore di istituti
da trasformare in bacini d'utenza per le esigenze del gruppo, nonché
procacciatore di studenti da avviare al conseguimento dei titoli di
studio falsi", spiegano dal Comando provinciale dei carabinieri di
Palermo.
Le indagini.
Nel corso di tre anni di indagini, in collaborazione col Centro
servizi amministrativi (l'ex provveditorato agli studi) di Palermo
sarebbero stati sequestrati circa 150 titoli di studio contraffatti.
"La particolarità di questa associazione a delinquere e che nella
maggioranza dei casi gli studenti erano all'oscuro dei sistemi
illegali adoperati per fargli ottenere il titolo di studio, tanto che
pochi di costoro risultano indagati". I docenti delle stesse scuole e
delle commissioni esaminatrici sono risultati estranei ai fatti, solo
in un caso è stata accertata la corruzione del presidente della
commissione.
In generale ai ragazzi che erano stati bocciati agli esami di stato
nel corso degli anni 2000/2001, 2001/2002 e 2002/2003 non veniva
comunicato il risultato ufficiale dell'esame, bensì che erano stati
promossi. Sono cadute nella trappola delle forze dell'ordine 7
istituti superiori privati - 6 a Palermo e uno di Caltanissetta -
alcuni dei quali chiusi nel frattempo dal provveditorato di Palermo.
Altri invece nel frattempo hanno ottenuto dalla Regione siciliana la
parità scolastica.
Il caso più eclatante è quello dell'istituto No. Ve. Studi di Palermo
chiuso nel mese di agosto 2004 per carenze relative all'edificio
scolastico che ospitava la scuola: pochi mesi dopo negli stessi locali
la Regione ha concesso la parità scolastica a un altro istituto della
stessa tipologia.
Titoli in vendita.
Dopo quello scoperto dalla Procura di Verona a giugno del 2004, si
tratta dell'ennesimo caso che vede coinvolte scuole private disposte a
vendere titoli di studio anche a chi non aveva la benché minima
preparazione. Quelle che lo stesso ministro dell'Istruzione, Letizia
Moratti, in occasione della relazione al Parlamento sullo stato di
applicazione della legge sulla parità scolastica non ha esitato a
definire "diplomifici". Il tutto avviene, mentre una proposta del
governo Berlusconi - che potrebbe introdurre un'altra tipologia di
scuola privata (quella non paritaria) - ha scatenato la protesta della
Flc Cgil, secondo la quale una volta approvata la norma si renderebbe
responsabile della creazione di "vero e proprio ipermercato
dell'istruzione, per di più finanziato dalla Stato!".
Le storie dei diplomi falsi.
A Palermo la storia dei diplomi falsi si scopre per caso. "Mi scusi,
questo diploma è valido?", chiede una ragazza. "E perché non dovrebbe
esserlo?", risponde l'impiegato del Csa dall'altra parte della
scrivania. "Perché l'anno scorso ho sostenuto - replica la ex
studentessa - gli esami di maturità e sono stata bocciata. Dopo
qualche mese, la scuola mi ha invitata a presentarmi in segreteria e
mi ha consegnato, appunto, questo diploma". Questo colloquio dà il via
alle indagini, ormai giunta alle fasi finali, sui diplomi falsi a
Palermo. Dopo le dichiarazioni della ragazza l'impiegato controlla i
documenti in possesso dell'ufficio e poi informa l'autorità
giudiziaria. Il riscontro effettuato consultando i registri relativi
agli esami di Stato dell'anno precedente e di due anni prima, presenti
in provveditorato, conferma i sospetti: la studentessa era stata
effettivamente bocciata.
Nei mesi successivi, e fino a pochi giorni fa, sono saltati fuori
decine di casi analoghi. Un vero e proprio diplomificio organizzato
con parecchie scuole private non solo di Palermo ma, sembra,
disseminate in diverse città italiane. Quattrocento, ma forse anche
mille, titoli di studio "venduti" da gestori senza scrupoli. In alcuni
casi, si sono presentati in provveditorato "parenti degli interessati"
che dopo avere chiesto informazioni e avere assicurato che sarebbero
ritornati col titolo di studio, non si sono fatti più vedere. In altri
casi i protagonisti di quello che si preannuncia come un enorme
raggiro con annesso vorticoso giro di migliaia di euro hanno
dichiarato per iscritto i fatti e hanno consegnato la fotocopia del
diploma di maturità con tanto di timbro della scuola e firma del
presidente di commissione. Per i più "fortunati", si tratta di titoli
regolarmente stampati dalla Zecca dello Stato, per coloro che
probabilmente non potevano permettersi di pagare un "diploma vero",
pezzi di carta contraffatti.
Le scuole di Palermo coinvolte sarebbero due: una legalmente
riconosciuta e una paritaria, che nel frattempo il Csa ha chiuso per
irregolarità riguardanti la tenuta dei registri contabili e la
situazione edilizia. Ma l'inchiesta non ha scoperto soltanto diplomi
falsi, in alcuni casi sono stati "semplicemente" gonfiati i voti che
la commissione aveva assegnato ai candidati. Le indagini, durate un
paio d'anni, non sono state semplici perché alcuni dei "diplomati"
risiedono in altre province italiane e, nel frattempo, hanno trovato
lavoro presso amministrazioni pubbliche o privati.
Alcuni mesi fa, i Carabinieri si sono presentati a casa di una
studentessa della provincia di Agrigento e si sono fatti consegnare il
titolo di studio, ovviamente falso. "Qualche giorno dopo la
conclusione degli esami di stato, - racconta un presidente di
commissione - incontrai uno studente che visibilmente soddisfatto mi
ringraziava per come era stato trattato dalla commissione
esaminatrice. Io rimasi perplessa, perché ricordavo che lo studente
non era stato affatto promosso". Infatti, è bastato dare una sbirciata
ai registri custoditi nell'archivio degli uffici di via Praga per
avere la conferma dei dubbi sollevati dal capo della commissione: il
ragazzo non era stato promosso, il diploma era stato confezionato su
misura. Spesso, si parla solo impropriamente di diplomi falsi, perché
in realtà si tratta di diplomi originali stampati dal Poligrafico
dello Stato, che vengono compilati ad hoc da mani esperte a favore di
chi probabilmente ha scucito parecchi denari. La consegna alle scuole
dei titoli in bianco viene curata dal provveditorato agli studi, poi
la commissione li compila, ovviamente, solo per coloro che hanno
superato l'esame. I diplomi che non vengono utilizzati restano in
giacenza (in cassaforte) a scuola e vengono utilizzati per gli anni
successivi. Il tutto, viene rigorosamente registrato in un apposito
registro (detto di "Carico e scarico" dei diplomi). Durante una delle
tante ispezioni in una delle due scuole di Palermo coinvolte, alla
richiesta da parte dell'ispettore di visionare il prezioso Registro
gli impiegati della segreteria sono caduti tutti dalle nuvole. "Non
riusciamo a trovarlo", è stata la risposta.
L'emendamento del Governo.
Nell'ultimo decreto omnibus (conversione in legge del decreto legge
205 del 2005), il governo ha introdotto un emendamento (il numero
1.0.8) dal titolo "Norme in materia di scuole non statali". Nei 7
complessi commi dove - fra rinvii ad altre norme e circonvoluzioni
linguistiche - capire qualcosa è davvero difficile, vengono introdotte
nel panorama delle private italiane le scuole non statali non
paritarie. Secondo la Flc Cgil si tratta di un modo saremmo di fronte
a "regalie alla scuola privata nascoste" con una elevata posta in
gioco. "Continuano a valere per tutte le scuole non paritarie e per le
scuole primarie parificate le disposizioni di legge che risalgono agli
anni trenta con relativi contributi economici, che vengono
incrementati. Si introduce una nuova tipologia di privato, la scuola
non statale non paritaria. Non si vogliono far applicare i contratti
di lavoro a chi opera in queste scuole, considerato che non sono mai
citati. Si riducono i poteri di controllo e verifica del Parlamento.
Si aggira l'articolo 33 della Costituzione. Si apre la strada al
rilascio dei titoli di studio da parte delle scuole non statali non
paritarie", dichiara il sindacato che ha lanciato una iniziativa
invitando i cittadini a inviare fax ai presidenti di Camera e Senato
affinché si adoperino per non fare passare l'emendamento che "vuole
aggirare la Costituzione".