Sì al Crocifisso nelle aule. Ma in metà delle classi non c'è. da TuttoscuolaNews N. 233, 20/2/2006
La sentenza del Consiglio di Stato sul
crocifisso è di quelle che lasciano il segno e che sono destinate con
tutta probabilità a far cadere, una volta per sempre, le polemiche che
periodicamente nascono a proposito dell'obbligo di esporlo nelle aule
scolastiche.
Il crocifisso, secondo il Consiglio,
rappresenta valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di
valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di
riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei
confronti dell'autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni
discriminazione, che connotano la civiltà italiana. D'accordo, ma, più concretamente, quante sono le aule scolastiche che espongono il crocifisso? Tra sezioni dell'infanzia e classi delle superiori, nelle sole scuole statali, dovrebbero essere 373.190 i crocifissi esposti, di cui più di un terzo nel settore della primaria. Ma nel tempo il vecchio regolamento è stato sempre più trascurato, soprattutto da parte degli Enti locali cui spetta l'obbligo dell'arredo scolastico. E così in molte classi a seguito di traslochi, ristrutturazioni o altro il crocifisso è sparito, o in quelle di nuova costruzione (ad esempio in molte scuole dell'infanzia) non è proprio apparso. Si può stimare che oggi complessivamente non siano più del 50-60% (180-230 mila) i crocifissi nelle aule italiane, con una presenza più diffusa nelle scuole elementari. Insomma, la sentenza del Consiglio di Stato risolve una questione da anni controversa, ma che riguarda ormai solo una parte delle scuole. E chissà se ai giudici del Consiglio qualcuno aveva raccontato la feroce battuta di Beppe Grillo: "Il crocefisso in classe? È un falso problema, perchè dopo la riforma Moratti è Cristo che non vuole stare più in classe...". |