Prime indiscrezioni sulle iscrizioni. Successo delle classi sperimentali.

Istituti tecnici in calo E i licei fanno il pieno.

Le tendenze dopo la riforma. Le eccezioni di Bologna e Treviso.

di Giulio Benedetti, da Il Corriere della Sera del 15/2/2006

 

ROMA - Continua il calo delle iscrizioni ai tecnici a vantaggio dei licei e, in parte, dei professionali. La tendenza, iniziata dieci anni fa, non sembra smentita dai primi dati sulle iscrizioni che si sono chiuse lo scorso 25 gennaio. Calo, anche se non così vistoso come le incertezze legata alla sorte della riforma potevano far pensare. Questo è il trend (per i dati ufficiali occorre attendere) che emerge secondo alcuni uffici scolastici regionali (Piemonte, Lombardia, Veneto, Umbria, Campania, Sicilia) da noi interpellati. I direttori non sono sorpresi. La causa principale del fenomeno è di ordine culturale: un numero sempre maggiore di famiglie non si accontenta del titolo professionalizzante ma desidera una migliore preparazione culturale. Inoltre dal 2012 per esercitare la professione di geometra e ragioniere servirà la laurea triennale. Di qui la difficoltà dei tecnici in generale e di quei due indirizzi in particolare. Ma la caduta degli iscritti e il conseguente travaso non avviene in modo omogeneo in tutto il Paese. Dove esistono forti legami con l’industria manifatturiera, come nel Nord, i tecnici tengono abbastanza. Mentre al Sud e soprattutto nelle isole, dove lo sbocco principale è l’impiego pubblico, il calo è più evidente.


I DATI - Ecco alcuni dati elaborati da Sergio Govi, della direzione generale degli Ordinamenti. Nel ’95-96 gli iscritti al primo anno dei tecnici rispetto al totale erano il 41,9 per cento (Nord Ovest), il 40,6 (Nord Est), il 40,4 (Centro), il 37,8 (Sud) e il 42,1 (Isole). Nell’anno in corso, dopo un continuo decremento, gli iscritti alle prime classi sono il 36,4 per cento (Nord Ovest), il 35,6 (Nord Est), il 31,7 (Centro), il 32,5 (Sud) e il 32,5 (Isole).
In alcune aree del Paese l’affacciarsi alle superiori dei figli degli immigrati potrebbe restituire ai tecnici un po’ di competitività nei confronti dei licei. In Provincia di Bologna è sempre boom di classici e scientifici, ma salgono anche gli iscritti ai tecnici. «Per il secondo anno consecutivo noi abbiamo un po’ meno iscritti - dice Giovanni Sedioli, preside dell’"Aldini" - tuttavia in altri tecnici bolognesi si avverte una lieve ripresa dopo 10 anni di calo. Cosa sta accadendo? Per cominciare enti pubblici e imprese si stanno mobilitando per sostenere queste scuole ritenute molto importanti per il territorio, inoltre c’è un aumento degli iscritti dovuto anche ai figli degli immigrati».


SPERIMENTAZIONI - Non sarà semplice per i tecnici riconquistare i ragazzi attirati dai licei e, al Sud e nelle Isole, anche dai professionali e dall’indirizzo socio-psico-pedagogico (ex magistrale). Lo scientifico (gli iscritti al primo anno sono saliti dal 18,1 per cento del 97-98 al 21,7 del 2005-6) con appena 29 ore settimanali di lezione contro le 36 dei tecnici, un tasso di dispersione tra i più bassi, e l’accesso a tutte le facoltà sembra offrire un compromesso ideale. Qualche dirigente scolastico, per contenere le perdite, punta sulla sperimentazione della riforma Moratti che consente di avviare corsi di liceo economico e tecnologico. Radames Migotto, preside del «Planck» di Treviso, è riuscito a formare una classe in più offrendo per il prossimo anno ai genitori l’opzione del liceo tecnologico. Forse non resterà un caso isolato. «Abbiamo decine di richieste informali» annuncia Lucrezia Stellacci, direttore scolastico dell’Emilia. E dall’Umbria il collega Ugo Panetta conferma la tendenza.