SCELTE
Le associazioni dei genitori: maggiore protezione per i bambini e percorsi condivisi.
I sindacati: gli orari più lunghi favoriscono le private

Asili ed elementari, boom degli istituti cattolici.

Iscritti in aumento. I rettori: il nostro modello educativo torna a piacere,
raccogliamo quello che abbiamo seminato

Annachiara Sacchi da Il Corriere della Sera del 6/2/2006

 

Un «porto sicuro contro gli scossoni della riforma», una «garanzia» per i genitori che lavorano e devono lasciare i figli a scuola fino a tardi, una «sicurezza dal punto di vista educativo». La scuola cattolica torna a piacere. E a crescere. Secondo i dati del «VII rapporto della scuola cattolica in Italia» (il convegno si è tenuto a Roma lo scorso dicembre), dal 2001 a oggi le scuole materne gestite da religiosi hanno aumentato i loro alunni del cinque per cento, addirittura dell’otto per cento le elementari. E sebbene le iscrizioni nelle classi successive siano ancora in crisi (duemila studenti in meno alle medie, cinquemila nei licei), si moltiplicano gli istituti professionali di ispirazione cattolica.

Dopo tanti anni «neri», dunque, rettori e madri superiori tornano a respirare. E a dire con soddisfazione: «Iniziamo a raccogliere i frutti di un lungo lavoro».

Analizza il fenomeno Gabriella Tona, rettore del Leone XIII: «Anche noi riscontriamo una crescita: il prossimo settembre avremo una sezione in più alle elementari e una in più alle medie». I motivi - spiega la prima donna in Italia alla guida della scuola della Compagnia di Gesù - sono da ricondurre al clima incerto legato all’applicazione della riforma. «Per noi - continua - i cambiamenti non sono stati sconvolgenti. La figura del tutor al Leone esiste da almeno vent’anni, come l’inglese dalla prima elementare. Insomma, il passaggio è stato indolore e questa continuità ha dato alle famiglie più sicurezza. Probabilmente la scuola statale ha risentito di queste piccole scosse».

Ma le ragioni di questo boom sono tante. Le racconta Maria Grazia Colombo, membro dell’esecutivo nazionale Agesc, l’associazione che riunisce i genitori delle scuole cattoliche: «Le famiglie hanno bisogno di luoghi protetti in cui lasciare i figli per 9-10 ore al giorno. In questo gli istituti cattolici sono innovativi: non offrono solo "scuola", ma "assistenza educativa" che accompagni il bambino dalle 8 alle 17. Con la garanzia di un progetto condiviso da genitori e insegnanti».

Certo, c’è anche il contestatissimo buono scuola ad aver dato una mano alle ex private, commenta il segretario lombardo di Cgil scuola, Wolfango Pirelli. «E in più - dice - madri e padri si sono trovati costretti a iscrivere i figli alle materne cattoliche: non è stata fatta nessuna politica di aumento dei posti statali e comunali».
Sospira Leonardo Donofrio, segretario milanese di Uil Scuola: «Era inevitabile: le famiglie hanno bisogno che i figli rimangano in classe per l’intera giornata e non tutte le scuole statali sono in grado di garantire il tempo pieno. È questo uno degli effetti più gravi della riforma. Siamo molto preoccupati».