Modificato l'emendamento: le liste che non
saranno più cancellate nel giro
di 3 anni, ma congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una
cattedra fissa
Scuola, arriva la norma "salvasupplenti"
le graduatorie diventano a esaurimento.
E intanto rinviati ai 14 dicembre gli
scioperi previsti per l'11 e il 13
Salvo Intravaia, la Repubblica del
4/12/2006
In arrivo la norma "salvasupplenti" per
la scuola. Il governo ha infatti presentato un emendamento al comma
262 della Finanziaria che dovrebbe porre fine alla querelle sulle
graduatorie provinciali permanenti (le liste utilizzate il
reclutamento del 50 per cento degli insegnanti assunti nella scuola)
sollevate all'indomani della presentazione della manovra di bilancio
alla Camera.
Il nuovo testo che, secondo le prime indiscrezioni ha già raccolto il
parere favorevole di tutte le forze politiche all'interno della
maggioranza, e di parte della opposizione, modifica la precedente
formulazione - che prevedeva la cancellazione delle graduatorie
permanenti a partire dall'anno scolastico 2010/2011 - nella versione
più soft delle graduatorie 'ad esaurimento'. "Si vogliono tutelare, da
un lato, tutti coloro che hanno maturato aspettative" - spiega
Mariangela Bastico, veceministro della Pubblica istruzione. Ma non
solo. "Bloccando l'aggiornamento delle graduatorie, tranne per coloro
che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - prosegue la
Bastico - e dopo la verifica intermedia entro 18 mesi dall'entrata in
vigore della Finanziaria, si vogliono riscrivere le regole per il
reclutamento degli insegnanti per evitare di produrre nuovo
precariato. L'auspicio è che l'eventuale approvazione dell'emendamento
in commissione Bilancio del Senato produca la modifica del testo in
aula".
In altre parole le graduatorie permanenti, che al momento vedono
presenti a livello nazionale 304 mila insegnanti abilitati, non
verrebbero più cancellate nel giro di tre anni ma, anche in vista
delle 150 mila assunzioni programmate dal governo Prodi, verrebbero
congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa.
Insomma, la modifica metterebbe al sicuro i diritti maturati da coloro
che avevano investito sull'insegnamento.
Secondo le prime informazioni gli ultimi a potersi inserire in
graduatoria saranno coloro che hanno iniziato un percorso di
abilitazione (Ssis e corsi abilitanti riservati) o che sono già in
possesso dell'abilitazione all'insegnamento. Dopo, l'esecutivo penserà
un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, attualmente
reclutati per metà attraverso le graduatorie permanenti e per l'altro
50 per cento per mezzo dei concorsi a cattedre banditi ogni tre anni.
I sindacati.
Le prime reazioni dei sindacati, che anche per questo motivo hanno
proclamato scioperi per dicembre (che ora dovranno essere spostati, ma
ci torniamo dopo) sono positive. "Si tratterebbe di un atto di
giustizia nei confronti di tutti gli insegnanti che hanno maturato
diritti negli ultimi anni e per coloro che hanno già intrapreso la
strada dell'insegnamento - dichiara Francesco Scrima, segretario
generale della Cisl Scuola - Ma allo stesso tempo una risposta alle
rivendicazioni del sindacato e un importante segnale positivo di
continuità per l'intero sistema scolastico nazionale".
Più cauto Massimo Di Menna, della Uil Scuola. "Se verrà approvato, è
un fatto sicuramente positivo per chi aspetta da anni l'immissione in
ruolo - dice Di Menna - Ma si tratta solo di un punto della vertenza
sulla scuola che resta aperta".
"Soddisfatto" Enrico Panini, della Flc Cgil, che valuta l'apertura del
governo come "Un primo passo. Occorre vigilare l'iter parlamentare
della Finanziaria - aggiunge - per non avere sorprese finali".
Gli scioperi spostati.
Slitta lo sciopero della scuola dell'11 e 13 dicembre. Le due giornate
di astensione per un'ora dalle lezioni indette da Flc Cgil, Cisl e Uil
scuola - l'11 per gli insegnanti della scuola materna, elementare e
media e il 13 per quelli del superiore - sono state accorpate in un
unico sciopero per giovedì 14 dicembre cui parteciperanno docenti,
dirigenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). La decisione è
maturata dopo i rilievi sollevati dalla Commissione di garanzia per
l'attuazione della legge sullo sciopero che ha contestato il mancato
rispetto dell'intervallo minimo (7 giorni) fra uno sciopero e il
successivo dello stesso comparto. Giovedì 7 infatti scenderà in piazza
il personale della scuola aderente a
Gilda e Snals.