I recenti fatti di cronaca rilanciano il
problema
di una generale revisione delle disposizioni di legge.
Giro di vite sul sistema disciplinare.
La materia è regolata dal vecchio Testo unico
sulla scuola
Italia Oggi del
5/12/2006
L'inefficienza del sistema disciplinare vigente
per il personale della scuola è giunta all'attenzione dell'autorità di
governo. Le misure disposte circa il preliminare monitoraggio e
l'esame della situazione attuale non debbono tuttavia riguardare, con
riferimento ai fatti eccezionali che hanno reso evidenti le
disfunzioni, solo il rapporto tra procedimento penale e procedimento
disciplinare.
Tutta la materia afferente al sistema disciplinare deve essere
riconsiderata alla luce di una realtà nota a tutti, ma fino ad oggi
trascurata, tanto da giungere ai risultati conseguenti, segnalati ora
come aberranti.
I propositi del ministro sembrano orientati a una revisione delle
disposizioni legislative in materia, oltre che all'attuazione degli
interventi amministrativi per lo snellimento di procedure attuative
dello scambio di informazioni tra l'amministrazione e la magistratura
(si veda ItaliaOggi di martedì scorso).
Il riferimento del ministro a una possibile revisione dei principi
legislativi in materia disciplinare e l'attenzione alle necessarie
informazioni all'amministrazione scolastica e alle stesse scuole circa
l'inizio di un procedimento penale nei confronti di un dipendente,
nonché la tempestiva comunicazione dell'esito di un giudizio, lasciano
trasparire le cure del ministero limitatamente a fatti contingenti:
riguardano solo l'incidenza delle situazioni penali sulla posizione
(di carriera) del dipendente o sulla persistenza del rapporto di
lavoro.
Non vi può essere dubbio che i fatti di natura penale, che abbiano
particolare rilevanza in relazione al rapporto di dipendenza pubblica
(con riguardo al prestigio dell'amministrazione) o persistenza del
rapporto di lavoro (relativamente alla qualifica e al servizio svolto
dal dipendente), debbano avere immediato riscontro.
Tuttavia, non è solo il difetto di tempestività delle comunicazioni il
vizio che determina il disfunzionamento del sistema disciplinare
relativo al personale della scuola.
LO STATO DEL SISTEMA
I particolari aspetti del sistema disciplinare sono definiti mediante
contrattazione collettiva.
Il contratto di lavoro individua le situazioni di rilevanza
disciplinare e ad esse collega una sanzione applicabile mediante il
procedimento, articolato nel contraddittorio tra l'amministrazione
(datrice di lavoro) e il dipendente.
In sostanza, il procedimento costituisce un momento di confronto, tra
l'amministrazione e il dipendente, finalizzato a garantire l'esercizio
del diritto di difesa.
Al momento, il procedimento disciplinare e le sanzioni applicabili al
personale docente sono stabiliti dal contratto di lavoro, ma con il
semplice rinvio alle disposizioni già dettate dal Testo unico delle
leggi sulla scuola (dpr 297/94).
Tale rinvio doveva avere carattere provvisorio ed essere efficace fino
alla riorganizzazione degli organi collegiali della scuola.
In realtà, il procedimento disciplinare per i docenti è ancora
regolato dalla vecchia disciplina definita dal richiamato Testo unico,
nonostante la trasformazione del rapporto di lavoro del docente, ormai
assoggettato ad una disciplina privatistica.
Anche il procedimento e le sanzioni disciplinari relativi al personale
Ata sono regolati dal contratto di lavoro. In ambedue i casi la
regolamentazione non risponde alle esigenze e allo scopo stesso del
sistema di disciplina. Le inadeguatezze del sistema di disciplina per
i docenti saranno certamente considerate in occasione della
definizione contrattuale della materia.
Il sistema di disciplina, definito mediante contrattazione e oggi
vigente, per il personale Ata evidenzia chiaramente i limiti che ne
condizionano fortemente l'efficacia.
LIMITI DEL SISTEMA
La regolamentazione del procedimento disciplinare per il personale Ata
è fortemente condizionata da disposizioni garantiste, tanto da rendere
estremamente difficile l'irrogazione di una qualsiasi sanzione, a
fronte di comportamenti sicuramente contrastanti con i doveri connessi
alla posizione e alla qualifica.
Rigidità formale (l'audizione personale del dipendente, necessaria ai
fini dell'esercizio del diritto di difesa, può essere impedita da un
comportamento dolosamente ostruzionistico dello stesso interessato);
estremo rigore dei termini di scadenza (la contestazione degli
addebiti deve avvenire entro un termine breve, normalmente
insufficiente, specie se effettuata dal dirigente dell'ufficio
scolastico regionale o provinciale su relazione del dirigente
scolastico); motivi di nullità per omissioni formali (la mancata
pubblicazione del prospetto delle violazioni disciplinari punibili e
relative sanzioni), sono elementi che rendono sconsigliabile
l'attivazione del procedimento disciplinare. Si aggiungano: la scarsa
rilevanza pratica delle sanzioni; gli effetti del contenzioso
amministrativo (ma anche giudiziario), che spesso vanifica rilievi
disciplinari relativi a comportamenti di aperta violazione dei doveri
connessi alla funzione; nonché l'impraticabilità di fatto della
sanzione risolutiva del rapporto di lavoro, anche per situazioni di
evidente incompatibilità con la posizione, la funzione o la mansione
del dipendente. Da qui, la necessità che il riesame del sistema
disciplinare riguardi tutti i diversi aspetti della particolare
regolamentazione, in particolar modo quelli relativi al procedimento,
rivelatisi alquanto critici.