Il presidente della Repubblica torna a chiamare all'impegno per il rientro dei giovani
Mussi emana una circolare per riavviare i fondi per far tornare i ricercatori.

Fuga cervelli, allarme di Napolitano.
Il Ministero: "Così daremo gli incentivi".

  la Repubblica del 18/12/2006

 

ROMA - "L'emigrazione italiana ha subito una drastica riduzione da diversi decenni e tuttavia non si è mai interrotta. I nuovi emigranti sono ormai in misura limitata lavoratori dipendenti e operai; si tratta soprattutto di tecnici, di imprenditori, di persone altamente qualificate". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna a far sentire la sua voce sui problemi del lavoro giovanile e della ricerca.
E lancia un nuovo allarme sulla "fuga dei cervelli" nelle stesse ore in cui il ministro Mussi emana un atto per chiarire le modalità e l'entità dell'intervento del governo a sostengo dei centri di ricerca proprio per facilitare il rientro di ricercatori italiani dall'estero.

Ma l'appello del presidente Napolitano è pressante: "Sono in forte incremento i laureati italiani che scelgono di lavorare all'estero" dice in un messaggio per la giornata della Solidarietà. "Spero che i nuovi, come i vecchi emigrati, si trovino a loro agio nei Paesi che li ospitano, che possano mettere a frutto le loro capacità e vedere realizzati i propri progetti di vita. Tuttavia, spero anche che il nostro Paese sia in grado di offrire loro la possibilità di tornare in Patria, trovando gli stessi supporti e le stesse opportunità che li hanno motivati a partire".


Il provvedimento del ministero. E proprio facilitare e incentivare la chiamata diretta dei 'cervelli' emigrati all'estero e la loro stabilizzazione nelle università è l'obiettivo di un atto di indirizzo emanato dal ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi.

L'atto risponde, in cinque paragrafi, alle domande poste negli scorsi mesi dagli atenei al ministero.

Il documento sblocca di fatto una situazione di stallo venutasi a creare in seguito alla finanziaria 2006: per un taglio di risorse era rimasto sospeso il decreto del 2001 che promuoveva il rientro dei ricercatori dall'estero, in favore, invece, della sola chiamata diretta di quanti avevano maturato un titolo di docenza fuori dai confini italiani. La nota, dunque, torna a ribadire la possibilità di richiamare i ricercatori dall'estero, facilitando così la loro permanenza in Italia, ferma restando anche la chiamata diretta dei docenti. Ma non solo.

Il documento emanato oggi viene di fatto in soccorso di quei 40 ricercatori (sui 400 totali che hanno usufruito della possibilità offerta dalla normativa) richiamati in patria dal decreto del 2001 che oggi sono in scadenza di contratto. Con l'atto di indirizzo firmato da Mussi il loro contratto potrà essere rinnovato ancora per un anno.