Emergenza per il pagamento dei supplenti
in Emilia Romagna.

da Tuttoscuola, 17 dicembre 2006

 

La legge finanziaria in discussione al Senato prevede la razionalizzazione della spesa per le supplenze brevi, cioè una riduzione delle risorse che la relazione tecnica alla finanziaria ha quantificato in 25 milioni di euro all’anno.

L’assessore regionale all’istruzione dell’Emilia Romagna, Paola Manzini (che è succeduta nell’incarico all’attuale viceministro Bastico) mette le mani avanti e chiede un anticipo dei fondi per il 2007 e una revisione delle ripartizioni delle risorse finanziarie che tenga conto dei reali fabbisogni del territorio e aiuti a superare l’emergenza nel pagamento delle supplenze brevi e saltuarie.

L’Emilia Romagna, a detta dell’assessore, è una delle regioni che ha il maggior tasso di crescita della popolazione scolastica, con conseguente aumento di classi, a cui non sempre fa seguito l’assegnazione di insegnanti e di risorse finanziarie proporzionali per il pagamento delle supplenze.

L’assessore chiede, quindi, di rivedere sia i criteri di assegnazione degli organici del personale sia quelli per le risorse destinate al pagamento delle supplenze brevi che, per le scuole emiliano romagnole, dovrebbero tener conto di quanto speso effettivamente nel 2006 (con situazioni estreme in cui alcune istituzioni scolastiche sono andate pesantemente in rosso indebitandosi, tra cui un comprensivo nelle montagne emiliane che ha accumulato spese, non finanziate, per circa 70 mila euro di spese per supplenze).

Quello delle spese connesse con le supplenze brevi è un problema noto e un po’ anomalo.

Non solo le scuole devono pagare ovviamente i supplenti per le loro prestazioni, ma debbono anche aggiungervi spese per la ricerca dei supplenti da nominare, che danno luogo annualmente a quantità "industriali" di telefonate e di telegrammi di conferma inviati ai destinatari di chiamata.

Ci sono stati, e ci saranno almeno per un altro anno, casi in cui per nominare un solo supplente, sono stati inviati più di cento telegrammi. E le casse piangono...