Assunzioni sì o no
Scandalo Precari.
Nicola Cacace, da
l'Unità
del 12/12/2006
Sulla possibilità che lo Stato possa assumere
300mila precari della P.A. oltre i 150mila già decisi per la Scuola,
con l’ausilio (parziale ) dei conti correnti «in sonno» nelle banche,
si sta sviluppando un altro dibattito all’italiana. Un altro di quei
dibattiti sul nulla o sulle bugie, interni al centrosinistra, che
creando confusione nel Parlamento e nel paese, ha già tanto
contribuito al calo di consensi al governo perché finisce per
scontentare a destra e a sinistra. Indipendentemente dal fatto se il
provvedimento per i precari passerà o meno in questa Finanziaria, in
un paese che considera normale una sanatoria per chi ha deturpato la
Valle dei Templi, che accetta una sanatoria (più d’una) per gli
evasori fiscali, che tollera la liberazione per indulto di migliaia di
carcerati sia pure per ridurre il sovraffollamento delle carceri, si
mena scandalo se lo Stato procede all’assunzione di qualche migliaia
di giovani precari laureati e diplomati dopo averli sfruttati per
anni. Dove? Per esempio nei ministeri, nell'Istituto superiore della
Sanità, nelle Università, nel CNR, etc..
Dibattito all'italiana perché si sentono affermazioni basate su
posizioni «ideologiche» più che reali. Ad esempio si confondono i
lavoratori socialmente utili della Regione Sicilia e di altre, con
migliaia di assegni di ricerca, Co.co.co e contratti a tempo
determinato con cui funziona l'Istituto Superiore della Sanità,
l'istituzione che sovrintende alla salute del paese che va avanti da
anni solo grazie a un migliaio di precari su 2000 addetti in totale.
Si ripetono casi di opposizione ideologica e/o ignorante, soprattutto
da parte di «obiettori» interni al centrosinistra che già tanti danni
ha fatto. Ancora sui precari, da Daniele Capezzone «e poi, non si
lamentino che vanno in fabbrica e prendono fischi» ad Antonio Polito
«non sono contrario alle assunzioni che suppliscono ad inefficienze
dello Stato, ma non si fanno assunzioni senza concorso» nessuno si
preoccupa di informarsi prima di dare fiato alle trombe. È certo, caro
Daniele, che continueremo a prendere fischi anche da sinistra se non
ricordiamo bene che la recente vittoria elettorale dell'Unione è stata
favorita, e molto, dalla decisa presa di posizione per la flessibilità
ma contro la precarietà che Prodi, Fassino e Rutelli assunsero in
campagna elettorale. Basta vedere il divario tra voti alla Camera ed
al Senato: per la prima volta dal lontano 1975, i giovani hanno votato
a sinistra, dopo 30 anni di voto prevalente per la destra. E se parte
di questo risultato è da attribuire alla lista dell'Ulivo presente
solo alla Camera, gran parte deriva proprio dalle promesse di lotta al
precariato assunte in campagna elettorale e molto apprezzate dai
giovani.
Anche più infondata la polemica sui concorsi. Forse il senatore Polito
ignora che i precari della P.A., dell'Istituto Superiore della Sanità,
delle Università e dei ministeri passano per varie tipologie di Bandi
e di Concorsi, assai simili ai Concorsi di una volta e che per di più
vanno ripetuti ogni anno o triennio. E che dire dell'accusa spesso
rivolta ai dipendenti pubblici, assunti e precari, di essere
«fannulloni», accusa di cui Pietro Ichino, valente giuslavorista del
centrosinistra, è diventato involontario corifeo. Chi (come me), ha
avuto frequenti rapporti con migliaia di precari di vari Enti, Rai-TV,
Università, Enea, Cnr, giornali, sa bene come i giovani precari
lavorino tutti mediamente con maggiore impegno e per più ore dei loro
colleghi dipendenti a tempo indeterminato, e pour cause! Solo chi è
fuori dal mondo del lavoro può affermare il contrario.