Studio della Washington University di Seattle. Dallo schermo stimoli non appropriati «Ragazzi meno attenti a scuola se vedono troppa tv da piccoli». Giuseppe Remuzzi, Il Corriere della Sera, 20/4/2006
Dati sicuri finora non ce n'erano, ma uno studio pubblicato sul giornale dei pediatri americani lascia pochi dubbi: quanta più televisione si vede - tra gli uno e tre anni di età - tanto più spesso c'è un deficit di attenzione all'epoca della scuola. Deficit di attenzione e iperattività sembrano essere una vera e propria malattia. Ne soffrono apparentemente (ma dipende dai criteri con cui si fa la diagnosi che non sono assoluti) forse il 10% dei ragazzi, forse qualcuno di più. Sono quelli che hanno difficoltà a concentrarsi, fanno fatica ad organizzarsi, sono attivissimi: gli cade la matita e il temperino dal banco dieci volte in una mattina. Ma che rapporto ci potrà mai essere tra il vedere la televisione da piccoli e il deficit di attenzione? Il cervello evolve proprio nei primi anni di vita e il suo sviluppo dipende anche dal tipo di stimoli. La televisione potrebbe dare stimoli non appropriati a una crescita armonica delle connessioni fra le cellule nervose. I risultati dello studio dei ricercatori della Washington University a Seattle avrebbero potuto essere influenzati da altri fattori (farmaci che la mamma aveva preso in gravidanza, età gestazionale, forse le condizioni economiche della famiglia, una eventuale predisposizione familiare al deficit di attenzione), ma questo è improbabile date le dimensioni dello studio (è stato fatto su 2600 bambini). Quanta televisione vedevano bambini così piccoli? Qualcuno non la vedeva mai, qualcuno anche sedici ore al giorno, e così si è potuto stabilire che a tante ore di televisione in più corrispondono certe percentuali in più di deficit di attenzione. C'è un'altra possibilità da prendere in esame, che non sia la televisione che causa il deficit di attenzione, ma viceversa (chi ha deficit di attenzione vede più televisione). Questo però è improbabile perché l'osservazione è stata fatta fra uno e tre anni di età, e il deficit di attenzione si manifesta nei bambini più grandi. La spiegazione di quanto hanno osservato i pediatri di Seattle forse è in uno studio fatto in Giappone. Si è guardato in un certo senso «dentro» al cervello dei bambini con la tecnica della tomografia ad emissione di positroni. Quando erano impegnati in videogiochi venivano stimolate certe parti del cervello, quelle coinvolte soprattutto nei movimenti e nella visione. Se invece i bambini facevano un esercizio di aritmetica si «accendevano» nel cervello le aree coinvolte nei processi di apprendimento e di memoria. Il dibattito se davvero la Tv faccia male ai bambini piccoli andrà avanti. C'è ancora molto da capire. Lo studio dei dottori della Washington University fa venire un dubbio: non sarà che la tecnologia delle immagini è evoluta così rapidamente che il cervello dei bambini non ha fatto in tempo ad adattarsi? Qualche regolina? 1. No a televisione e a giochi di computer prima dei due anni (meglio leggergli un libro di fiabe, come si faceva una volta). 2. Sì a un po' di Tv dopo i due anni, ma meglio se i bambini la vedono insieme ai genitori. Meglio ancora i videotape o i Dvd perché si possono interrompere e se ne può parlare. 3. Non più di 1-2 ore di televisione comunque fino ai 7-10 anni. 4. Sarebbe bello stare con il bambino e osservarlo mentre guarda la Tv (c'è tanto da imparare, per gli adulti). E poi la Tv è un po' come un estraneo. Quanti genitori lascerebbero entrare in casa loro un estraneo? E quanti poi lo lascerebbero solo col bambino per ore? |