Superiori: pioggia di ricorsi

gela la sperimentazione.

da ItaliaOggi del 4/4/2006

 

Piovono ricorsi sull'anticipo della sperimentazione relativa al secondo ciclo proposto, e anche imposto, secondo gli oppositori, dal ministro dell'istruzione Letizia Moratti, a fine gennaio.

´Consideriamo la decisione incostituzionale poiché lesiva delle prerogative regionali in materia di istruzione e del principio di leale collaborazione fra stato e regioni': a dichiararlo, senza mezzi termini, è Silvia Costa, responsabile del coordinamento della IX commissione istruzione della Conferenza delle regioni. Ed è così che il discusso provvedimento, peraltro deciso a iscrizioni già chiuse e dunque destinato a creare sempre maggiore scompiglio nelle scuole, fra gli studenti e all'interno delle famiglie, viene bollato dalla maggior parte delle regioni del centro-sinistra (tra cui le Marche, l'Emilia Romagna, il Piemonte, la Campania, il Lazio, l'Umbria e la Sardegna) che la scorsa settimana hanno deciso di rivolgersi al Tar del Lazio.

 


Ad aprire il corteo della protesta e a decidere di adire per prima le vie legali è stata, però, la Toscana che da mesi si dichiara contraria all'anticipo e che ancora resta l'unica, tra le regioni italiane, ad aver recepito la normativa di attuazione del titolo V della Costituzione attraverso una legge che, entro un paio d'anni, dovrebbe trasferire alla regione la gestione dell'intera rete scolastica. Titoli di merito che le consentono di presentare non uno ma due ricorsi: il primo al Tar, il secondo alla Corte costituzionale su proposta dell'assessore all'istruzione Gianfranco Simoncini. Che ha affermato: ´A impugnare le vie legali ci ha spinto la constatazione di una invasione di campo rispetto a una materia la cui competenza è ripartita, dalla Costituzione, fra stato e regioni'. Una competenza che dal governo, ribadisce Simoncini, sembra essere stata completamente ignorata. Quella del dicastero di viale Trastevere, insomma, sarebbe stata una ingerenza bella e buona a discapito di una programmazione avvenuta con il pieno coinvolgimento delle autonomie scolastiche e delle istituzioni locali. Difesa corporativa? Assolutamente no, tiene a precisare l'assessore: ´Ciò che ci sta a cuore è salvaguardare la tutela di quanti, studenti e studentesse, hanno il diritto di sapere, al momento dell'iscrizione, quale istituto frequenteranno'. Un diritto che con il decreto Moratti rischierebbe di non essere più garantito.

Piccata la reazione della consigliera regionale di Forza Italia, Stefania Fuscagni: ´È un fatto grave, e speriamo imputabile solo agli impetuosi venti di questa campagna elettorale, che una giunta regionale non distingua tra le competenze che le sono proprie nella programmazione della rete scolastica e l'opportunità per le scuole dell'autonomia di sperimentare un percorso che si configura all'interno di un quadro generale di riforma della scuola'. Solo quattro o cinque i casi stimati su oltre un centinaio di istituti superiori presenti su tutto il territorio toscano. Dati che avallano la posizione della regione: ´Non c'è interesse da parte delle scuole, né tantomeno disponibilità economica, ad avviare la sperimentazione prima del 2007-2008. Come, del resto, era stato già previsto e concordato'.

Duro anche il commento della giunta regionale sarda che su proposta del presidente, Renato Soru, e dell'assessore all'istruzione, Elisabetta Pilia, chiede l'annullamento del decreto Moratti: ´Su di una materia così delicata', affermano Soru e Pilia, ´c'è bisogno di una intesa, non di un semplice parere'. Che peraltro, quando espresso, era stato negativo.