Sulle assunzioni a tempo indeterminato.
Andrea Florit, dal
Coordinamento Precari di Venezia,
25/4/2006
Per rispondere alle numerose domande che ci
pervengono sulle future immissioni in ruolo, desideriamo rimanere il
più possibile aderenti alla concretezza degli eventi piuttosto che
ricorrere a illusorie proiezioni. E sarà quindi indispensabile fare i
conti subito con la differenza tra il dire e il fare e cioè tra quanto
prospettato dal programma dell'Unione in materia di assunzioni (quella
"immediata copertura di tutti i posti vacanti") e la realtà che il
nuovo Governo si troverà di fronte.
In estrema sintesi, non vogliamo dire che la nuova Maggioranza non
farà delle consistenti immissioni in ruolo nella scuola, ma che molto
probabilmente non sarà facile attuarle con quella immediatezza da
molti attesa.
In primo luogo, il Governo si troverà davanti un piano pluriennale già
operativo, che prevede, per settembre 2006, l'assunzione di 20mila
docenti (un po' la stessa situazione della Moratti che ereditò le
prime assunzioni già programmate dalla precedente amministrazione) e
di altri 10mila l'anno successivo. In secondo luogo dovrà affrontare
il punto delicato di una finanziaria bis e quindi quello della manovra
per l'anno prossimo. Infine non sono da sottovalutare i tempi stretti
che ci separano dal prossimo a.s.. Ci riesce difficile pensare che
possano essere effettuate delle faraoniche assunzioni senza un minimo
di preventiva seria programmazione economica, di pianificazione della
politica scolastica da attuare e di modifica delle attuali normative
sugli organici e sul previsto nuovo sistema di reclutamento.
Traducendo tutto questo in dati e cifre, il Governo si troverà davanti
ad un bivio: impegnarsi a fondo nei primissimi giorni di governo, al
fine di una progettazione chiara e concreta del futuro dell'assetto
scolastico da raggiungere a breve termine oppure decidere per una
politica di attesa per evitare di fare già il primo passo più lungo
della gamba.
Nel primo caso, occorrerà che l'esecutivo sforni in pochi giorni una
serie di provvedimenti che fissino le modifiche alla riforma Moratti
(comprendenti la consistenza oraria, gli ordinamenti delle superiori
ed il sistema di reclutamento) e alla determinazione degli organici
scolastici (in particolare con l'introduzione dell'organico
funzionale). Solo in questo caso sarà possibile programmare
l'assunzione di oltre 50mila docenti per l'anno prossimo e lavorare
sui grandi numeri anche per l'anno successivo.
Nel secondo caso, sarà solo possibile, eventualmente, anticipare le
10mila assunzioni previste per il 2007, arrivando a 30mila, oppure,
meno realisticamente, spingerle fino a 40mila, per non deludere troppo
le aspettative create dal programma di Governo. Ma non oltre.
Inutile, infine, chiedere a gran voce l'assunzione in ruolo anche sui
posti "di fatto", data l'impraticabilità legale della cosa. Ben
diverso il chiedere che si modifichi l'insana politica
economico-scolastica, che vede la continua applicazione di trucchi
amministrativi, giocati sulla frammentazione delle cattedre e sui
tempi e le modalità di definizione delle disponibilità, finalizzati a
far risultare "di fatto" decine di migliaia di posti, altrimenti
attribuibili all'organico di diritto, che farebbero lievitare non di
poco le disponibilità per le assunzioni a tempo indeterminato.