La scuola pubblica è ormai persa,
grazie alle politiche della sinistra.

Roberto Renzetti da Fuoriregistro del 30/8/2006

 

Non può che fare piacere il fatto che Alba Sasso scopra che c'è continuità tra questo governo ed il precedente nel settore scuola. Con un pochino di sforzo si scoprirebbe la continuità anche con quello ancora precedente.

La scuola è entrata nel mercato delle merci che il WTO e Bolkenstein reclamano da anni e Comunione e Liberazione non si stanca di rivendicare. Se ne prenda atto e basta perché ormai sarebbe stupido dover subirsi una scuola dequalificata con a lato il dover pagare persone che fanno il pianto sulla sua dequalificazione.

Nella precedente legislatura, su queste pagine, l'On. Sasso ci aveva detto che la Moratti era da abrogare (io sostenevo che era la Berlinguer/Bassanini da abrogare perché la continuità era evidente a chi ragiona e non si nasconde dietro pensieri deboli). Di fronte ad un chiaro programma di governo che ripete di non dover toccare la Moratti se non con piccoli aggiustamenti, prevederei una netta presa di posizione che dovrebbe arrivare alle indignate dimissioni. Ma così non è (e non sarà) perché ormai la coalizione di centrosinistra è un minestrone indistinto che ha dentro tutto ed il contrario di tutto (con l'annullarsi di qualunque sapore che possa farlo riconoscere), senza nulla di qualificante a parte il reiterato finanziamento alle scuole private. Chi non è d'accordo su un punto ha un alibi negli alleati che comunque, tutti insieme, si autosostengono in posizioni di privilegio.

Il solo fatto che abbiamo un Fioroni al Ministero dell'Istruzione (ancora non Pubblica, come voluto da Bassanini), un emerito rappresentante dell'integralismo cattolico che non si fa scrupolo di partecipare a gruppi trasversali in Parlamento per bloccare ogni iniziativa laica, la dice lunga sulle aperture del ministro che, non si dimentichi, è in quel posto in quanto aveva più tessere (sic!) di Rosi Bindi.

Ma se le dimissioni sono un atto troppo dirompente, che avrebbero un implicito giudizio definitivo sui comportamenti di governo sulla scuola, allora sarebbe di interesse conoscere quali iniziative autonome finalizzate alla fine degli sgorbi Moratti intende prendere l'On. Sasso insieme agli ex combattenti contro la Moratti.

Questo per il fatto che già siamo stati presi in giro quando siamo stati chiamati a votare a scatola chiusa per un blocco di candidati da noi elettori non scelti (e la legge elettorale non è stata mai duramente contestata dall'allora opposizione), non vorremmo anche subire l'onta di trovarci tra gli eletti chi ci diceva di voler fare certe cose, appiattendosi poi su chi l'ha messa in lista ed al quale occorre essere grato, quando invece naviga a vista senza una rotta ben definita.

E questo lo discuto sulla scuola ma è un problema più generale. Quando i nostri padri votarono per la Repubblica tentarono di togliersi di torno delle oligarchie soffocanti. Alle quali siamo tornati oggi anche se con nomi più variopinti di quelli di monarchia costituzionale.

E' triste tutto questo, è triste una scuola svenduta al mercato da ex rappresentanti del popolo socialista, è triste accorgersi che c'è una rincorsa all'eterno soffocante clericalismo al quale si indulge fregandosi le mani e fregandosene degli elettori. Che speranza c'è se anche il sindacato confederale della scuola si muove solo per meglio piazzare i propri dirigenti in posti di potere e non dice nulla sui disastri della scuola perché ritorna il governo amico (dei dirigenti sindacali e non della scuola). Come non ha detto nulla di fronte ai disastri di Berlinguer/Bassanini, accodandosi tristemente al Concorsone, caso unico in Italia di iscritti che scioperano contro il proprio sindacato (con gli stessi presunti leader sindacali che restano al loro posto).

Solo l'associazionismo di base tenta, tra enormi difficoltà, di fare qualcosa. E, credo, una volta sepolto (metaforicamente!) Berlusconi, ognuno potrà e dovrà riprendersi la propria libertà di voto che bastonerà tanti pretesi interpreti della volontà popolare, ormai ad anni luce di distanza da chi dovrebbero rappresentare.