Presentata dal verde Paolo Cento elimina l'interruzione
di pubblico servizio
"Nessun reato per le occupazioni". Salvo Intravaia, la Repubblica del 25/8/2006
Occupare le scuole senza più essere perseguiti dalla legge? Se la proposta, che porta il numero 332 degli atti della Camera dei Deputati, dovesse diventare legge gli studenti potranno liberamente manifestare il loro dissenso barricandosi dentro gli edifici scolastici senza incorrere nella denuncia per il reato di "interruzione di pubblico servizio". Insomma, un sogno accarezzato dagli studenti potrebbe diventare realtà. Il disegno di legge di Cento è stato uno dei primi provvedimenti presentati in Parlamento dopo l'insediamento del governo Prodi: nella seconda seduta, quella del 4 maggio. Ed ha già cominciato a muovere i primi passi alla commissione Giustizia e per il parere alle commissioni Cultura e Affari costituzionali. Una proposta di legge destinata a fare discutere se non altro perché, dicono gli esperti, aprirebbe un problema di difficile soluzione. Si tratta di un unico e semplice articolo che tende a modificare l'articolo 340 del codice penale stralciando la posizione degli studenti più agguerriti. In pratica una depenalizzazione a tutti gli effetti del reato che in alcuni casi ha funzionato come deterrente, nelle occupazioni degli ultimi anni. All'articolo che prevede fino ad un anno di reclusione per "chiunque cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità" verrebbe aggiunto un ulteriore comma: "Le disposizioni di cui ai commi primo e secondo non si applicano in caso di occupazione di edifici scolastici o universitari da parte di studenti, se non nei casi in cui essi si siano resi responsabili di danni all'edificio o ai beni strumentali in esso presenti". Si potranno, quindi, occupare le scuole o le università a patto che non si rompa nulla. In aula il rappresentante dei Verdi ha ovviamente motivato la proposta. Il disegno di legge "è la conseguenza del lavoro effettuato da un ampio gruppo di studenti delle scuole superiori che in questi ultimi anni hanno subito l'avvio di molteplici procedimenti penali in seguito all'occupazione e all'autogestione dei loro istituti scolastici", spiega Cento. Che aggiunge: "Si tratta di procedimenti penali che fortunatamente si sono quasi sempre conclusi con la richiesta di archiviazione da parte dell'autorità giudiziaria, ma che hanno determinato non pochi problemi per i destinatari degli avvisi di garanzia e le loro famiglie, nocendo alla stessa credibilità dell'istituzione giudiziaria e di quella scolastica". Infatti, in nessun caso recente di occupazione o autogestione, le forze dell'ordine hanno sgomberato con la forza gli edifici scolastici. Gli agenti spesso hanno cercato di convincere gli studenti ad abbandonare i locali, ma spesso è scattata la denuncia. "La ratio di questa norma - argomenta il deputato a Montecitorio - è evidente in ragione della sua formulazione: da una parte si vuole togliere ogni rilevanza penale a forme, anche radicali, di agitazioni studentesche, dall'altra questa esclusione decade nel momento in cui a queste forme di protesta si accompagnano atti vandalici, questi sì odiosi e costosissimi per la collettività, compiuti nei confronti di strutture e beni strumentali degli istituti scolastici". |