Il ministro dell'università, Fabio Mussi,
ha firmato il decreto che ridisegna la riforma Moratti.
 Con 20 esami laurea triennale, 12 in più per la magistrale.

Frammentazione didattica al bando.

 da Italia Oggi dell'8/8/2006

 

La riforma universitaria trova il suo assetto definitivo. E a partire dall'anno 2007/2008 ci saranno i primi cambiamenti: non più di 20 esami per conseguire la laurea triennale, non più di 12 per quella magistrale. È quanto prevede il decreto che ridisegna le classi di laurea, firmato dal ministro dell'università Fabio Mussi. Il testo, per diventare definitivo dovrà ora acquisire il via libera del Cun, del Cnsu e delle competenti commissioni parlamentari. Dopo questo iter vedrà quindi attuazione definitiva il Dm 270/2004 (la cosiddetta y) che soppianterà il dm 509/99 (il 3+2). Se le novità più sostanziali riguardano il numero degli esami, i cambiamenti ci saranno anche per le convenzioni tra gli atenei e gli enti pubblici e per i professori non di ruolo che la fanno da padrona nelle aule universitarie.

Ma sono novità che soprattutto metteranno la parola fine ad una vicenda legislativa iniziata parecchi mesi fa. I decreti, infatti, erano già stati varati dall'ex-ministro dell'istruzione Letizia Moratti e dopo un botta e risposta con gli atenei, i testi erano approdati sul tavolo della Corte dei conti, per essere richiamati dal ministro Mussi perché giudicati in alcune parti insoddisfacenti, e anche perché a parere del ministro, era prematura la sperimentazione a partire dal 2007. Il nuovo testo, riveduto e corretto in alcune sue parti, presenta ora alcune modifiche. Nelle lauree triennali è previsto un massimo di 20 esami mentre per le magistrali di 12, con un chiaro invito per le università a far sì che più moduli (esami) vengano aggregati al fine di raggiungere uniche prove finali e meno frammentazione didattica. Si inasprisce quindi il tetto previsto dai decreti Siliquini che aveva stabilito 8 o in alcuni casi 10 prove l'anno, per un totale, solo per la laurea triennale, di 30 esami. Accolte anche le richieste delle rappresentanze studentesche che vedevano scandire l' anno accademico in una serie infinita di esami che l'entrata in vigore del 3+2 (dm 509/99) aveva previsto. Una spinta all'interdisciplinarietà dei curricula viene poi dall'aver stabilito che almeno 12 crediti siano riservati alle attività di formazione autonome e 18 alle discipline integrative. Il testo corretto si sofferma anche sul problema dei crediti vincolati che aveva suscitato non poche polemiche.

Il riconoscimento obbligato dei crediti universitari, in caso di trasferimento da un ateneo all'altro, aveva visto la rivolta dei rettori che vedevano nella norma un serio limite all'autonomia e si vedevano negare il diritto e il dovere di intervenire sulla qualità dei crediti acquisiti all'interno di un'altra esperienza di studio. La Siliquini era stata costretta a fare un passo indietro, chiedendo invece agli atenei il riconoscimento del maggior numero possibile dei crediti vincolati e restituendo così la palla tra le mani degli accademici. Mussi va ancora oltre e stabilisce che agli studenti che cambiano sede o corso vada riconosciuto il maggior numero possibile di crediti secondo criteri e modalità previsti dal regolamento del corso di laurea di destinazione. Quando il trasferimento avviene nell'ambito di una stessa classe la quota di crediti deve essere pari al 50% di quelli maturati. Questo limite però non si applica nel caso di studenti provenienti dalle università telematiche.

Un altro paletto è quello del riconoscimento da parte degli atenei di conoscenze e di abilità professionali certificate, le famose, convenzioni tra atenei e enti pubblici per laureare l'esperienza che ora non potrà valere più di 60 crediti per la laurea triennale e fino a 40 per quella magistrale. Le modifiche riguardano anche il corpo docente: i corsi di laurea dovranno garantire che almeno la metà degli insegnamenti, 90 su 180 crediti complessivi, siano tenuti da professori di ruolo. Per adeguarsi a tutto questo però il tempo c'è. Per l'attuazione, fanno sapere dal ministero dell'università, sarà garantita la gradualità nell'arco di un triennio, a partire dal 2007/2008 per essere definitiva nell'anno accademico 2010- 2011.