Anche il CNPI chiede chiarezza:
verso una nota di indirizzo?

di Dedalus, da ScuolaOggi dell'1/8/2006

 

Il Consiglio nazionale della pubblica istruzione nella seduta del 20 luglio ha richiamato l’attenzione del ministro Fioroni "... sulla necessità di emanare, in tempo utile, prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, una nota con cui si esplicitino gli aspetti tuttora vigenti della normativa precedente e quelli applicabili della nuova. Tale richiesta nasce dalla diffusa incertezza generatasi nelle istituzioni scolastiche alla luce di un quadro normativo che ha avuto una rapida e tumultuosa evoluzione in questi ultimi anni e che è, attualmente, in una fase di ulteriore ridefinizione. Vi è, quindi, la necessità di puntualizzare con chiarezza in modo univoco gli ambiti di competenza spettanti alle istituzioni scolastiche e ai diversi soggetti istituzionalmente preposti".

Ora, è indubbio che nel passaggio dalla riforma Moratti, peraltro largamente incompiuta e dal cammino accidentato (basti pensare a temi quali il tutor e il portfolio) alla nuova gestione tecnico-politica - nel passaggio insomma dal MIUR della Moratti al Ministero della Pubblica Istruzione di Fioroni - molte sono le questioni che restano da risolvere e da affrontare. Sono stati annunciati cambiamenti e lanciati segnali di forte discontinuità ma su molti aspetti va fatta chiarezza.

E’ evidente che si rende necessaria, prima dell’inizio dell’a.s. 2006/2007 – ci riferiamo qui in particolare alla scuola di base - una Nota di indirizzo che dia serenità e fiducia alle scuole in un clima di ritrovata certezza normativa e amministrativa. Indichiamo qui alcuni punti che a nostro avviso necessitano di un chiarimento definitivo.

Il richiamo innanzi tutto all’autonomia delle istituzioni scolastiche nella scelta dei concreti assetti pedagogici, metodologici e didattici, nella considerazione che molte prescrizioni contenute negli allegati al D.lgs.59/04, oltre che ridondanti e inopportune, sono di fatto in contrasto con quanto prevede il Dpr 275/99, regolamento sull’autonomia. Basti pensare, ad esempio, alla distinzione, forzosa, tra attività curricolari comuni e opzionali e attività facoltative, materia di stretta competenza dell’autonomia organizzativa e didattica delle scuole. O alla questione del tutor, ove va chiarito definitivamente che l’attribuzione delle funzioni di coordinamento, di tutorato, di counceling spetta alla responsabilità delle scuole, in un quadro di pari responsabilità tra i docenti contitolari, senza che vi sia alcuna figura docente gerarchicamente distinta o sovraordinata.

Come pure alla questione, rilevante, del portfolio e della valutazione. Occorre ribadire che la valutazione rappresenta un elemento essenziale della funzione docente e che è di competenza di tutti i docenti, esercitata collegialmente. Che l’attestazione dei traguardi intermedi e finali raggiunti deve essere affidata a schede di valutazione sulla base di uno schema nazionale, omogeneo, valido su tutto il territorio nazionale. Il portfolio, come già in parte è stato detto in circolari recenti, non può avere alcuna funzione amministrativa di certificazione, attestazione, valutazione ma va ricondotto semmai ad una funzione prettamente formativa e didattica, rimessa alla piena autonomia delle scuole che decidono se avvalersi o meno di questo strumento di documentazione e con quali modalità.

Per non dire infine delle Indicazioni nazionali, la cui “transitorietà” va superata con la messa a punto di nuove Indicazioni curricolari che si limitino all’individuazione di traguardi essenziali prescrittivi per ogni ciclo scolastico.

Insomma i punti sui quali un chiarimento definitivo è necessario sono tanti ed è bene che su questi cominci ad esercitarsi il “cacciavite” di Fioroni.