Il governo decide di portare direttamente in aula il decreto sullo
stato giuridico. Manifestazione il 28. L'opposizione: "Un colpo di
mano della Moratti"
Riforma docenti subito al voto
le università sul piede di guerra.
La vertenza non termina: "Ora subito i soldi in
busta paga".
da
la Repubblica del
22/9/2005
Era stato respinto dagli organismi ufficiali di
64 dei 72 atenei italiani. Ha provocato proteste a raffica in tutto il
mondo della docenza. Ultimo, due giorni fa, l'insistito appello del
presedente dei rettori, Piero Tosi, durante la sua relazione annuale a
considerare l'allarmante stato della ricerca e dei ricercatori e a
modificare la legge. Appelli e proteste cadute nel vuoto: il governo
ha deciso di portare direttamente in aula al Senato il decreto sulla
riforma dello stato giuridico dei docenti universitari con l'obiettivo
di poterlo discutere e votare già fra cinque giorni.
Ed è esplosa la protesta. Le organizzazioni della docenza hanno
indetto per il 28 settembre una manifestazione nazionale a Roma
davanti al Senato e per il giorno precedente invitano docenti, precari
e studenti a tenere assemblee negli atenei e a occupare ancora una
volta simbolicamente i rettorati.
"La materia oggetto del ddl - dicono i docenti - è particolarmente
delicata in quanto ha rilievo costituzionale, sia per i profili della
libertà didattica e scientifica che contraddistingue l'insegnamento
universitario, sia in relazione al principio di autonomia degli
Atenei, al quale questa libertà è strettamente connessa. Denunciamo di
fronte al Paese il clima di confusione e di scollamento nel quale si
apre questo assurdo dibattito parlamentare
Di "colpo di mano della Moratti" parlano tutti i rappresentanti
dell'Unione. "Il governo e la sua maggioranza strappano così alla
Commissione istruzione il Disegno di legge delega sulla docenza
dell'università negando la possibilità di un necessario
approfondimento e di una modifica del testo. E questo proprio dopo che
l'Università italiana, attraverso l'assemblea della Crui, ha parlato
al Paese dicendosi in disaccordo con le proposte del Ministro. Ormai -
incalzano i senatori - non c'è più pudore. Pur di inaugurare la sua
candidatura a sindaco di Milano la Moratti vuole il trofeo di una
legge comunque approvata, anche se sbagliata, contraddittoria, priva
di respiro e di risorse".