Una madrasa può diventare scuola paritaria? da TuttoscuolaNews N. 210, 12 settembre 2005
No, una vera madrasa non può entrare a far parte del sistema di istruzione pubblico. Ma prima di tutto bisogna capire cosa é una madrasa oggi. In arabo la parola madrasa (con una esse sola) significa luogo di insegnamento e di studio, ma non sarebbe appropriato considerarla come una generica "scuola". Come bene spiega Gian Leonildo Zani in un recente volume, intitolato "Educazione in Islam" (editrice La Scuola), la madrasa é storicamente, ed é tuttora, un particolare tipo di scuola. Nata nell'XI secolo, accanto e qualche volta dentro le moschee, aveva l'obiettivo di studiare e diffondere le scienze giuridico-religiose. Anche se non sempre e non dovunque, le madrase erano quindi più affini alle università, nate un secolo dopo nell'Europa cristiana, piuttosto che alle scuole che fornivano l'istruzione di base (create in epoche storiche successive). Tuttavia, a differenza delle università europee, che rispettavano l'autonomia dei diversi campi disciplinari, compresa la stessa teologia, le madrase erano caratterizzate dal predominio del diritto, studiato sulla base del Corano (materie: grammatica e lingua araba, esegesi coranica, scienza delle tradizioni e così via). Ebbene: questo tipo di scuola, che esiste ancora nelle principali metropoli islamiche (e che era stata rilanciata dai talebani in Afghanistan), non c'entra nulla con scuole come quella milanese di via Quaranta, che era a metà strada tra una normale scuola elementare o media italiana e una scuola egiziana di pari livello, con materie come matematica, scienze, geografia e simili. Una madrasa, ovviamente, non avrebbe alcuna possibilità di essere riconosciuta ed equiparata a una istituzione italiana, scuola o università che sia. Invece una popolazione scolastica come quella di via Quaranta a certe condizioni, che sono quelle che valgono per tutte le altre organizzazioni educative non statali, può benissimo chiedere di diventare una scuola paritaria. Avere programmi e insegnanti italiani. E aprirsi, come tutte le altre, ad allievi di qualunque altra fede. |