Secondo ciclo

1: verso le idi di settembre.

da TuttoscuolaNews N. 209, 5 settembre 2005

 

Il prossimo 15 settembre, giorno nel quale  è  prevista  la  riunione della  Conferenza  Stato-Regioni  per  cercare  l'intesa  sul  decreto riguardante il secondo ciclo, assume  sempre  più  l'aspetto  di  una scadenza strategica, di un'estrema occasione per mediazioni alte,  per costruire un clima di maggiore condivisione  sui  contenuti  attuativi della riforma dei licei e  di  quella  del  sistema  di  istruzione  e formazione. E probabilmente è anche l'ultima occasione per il Governo di far partire la riforma del secondo ciclo dal 1° settembre 2006.

Dal punto di vista politico, dopo le  ultime  elezioni  regionali,  le Regioni sono in grande maggioranza schierate con il centrosinistra,  e da questo punto di vista non ci sarebbe partita: le Regioni potrebbero facilmente negare l'intesa con lo Stato  su  tutte  le  materie  nelle quali il decreto legislativo tocca le loro competenze. Ma su una linea così duramente oltranzista solo alcune Regioni sembrano  disposte  ad andare fino in fondo. Perchè?

Perchè il Governo potrebbe anche decidere  di  procedere  egualmente, stralciando gli articoli che investono le  competenze  delle  Regioni, oppure riformulandoli in modo da  farli  rientrare  nelle  materie  di competenza esclusiva dello Stato (per es. la definizione  dei  livelli essenziali di prestazione). Una  prospettiva  da  scongiurare  perché costituirebbe il preludio del blocco della legge da parte di un  nuovo Governo di centro-sinistra, sempre che  ottenga  la  maggioranza  alle elezioni politiche. E non  tutti  nell'attuale  opposizione  giudicano questa soluzione nell'interesse della scuola.

Non è da escludere, però, che in presenza di  modifiche  sostanziali del testo e - per esempio - di un avvio più graduale  della  riforma, magari a  partire  dal  2007-2008,  le  Regioni  possano  assumere  un atteggiamento    sempre    critico,   ma   non  di  contrapposizione pregiudiziale, dimostrando che la scuola non è un campo di  battaglia di schieramento, ma di merito, come hanno detto Formigoni e Rutelli al Meeting di Rimini.