UN ISTITUTO INGLESE DECIDE DI MODIFICARE LA COMPOSIZIONE DELLE CLASSI E PRENDERE ATTO CHE NON SIAMO TUTTI UGUALI A scuola studenti divisi per merito, non per età. di Elena Loewenthal, da La Stampa del 5/9/2005
DENTRO e fuori dai nostri confini l’autonomia scolastica non fa più paura a nessuno (tranne che al povero calendario, con le sue feste sfasate e gli instabili ponti: qui da noi ogni scuola ha il suo). Ma l’iniziativa della scuola media Bridgemary di Gosport, Hampshire, Inghilterra, farà certamente discutere. Per intanto lascia stupefatti, con i tempi che corrono. Al ritorno dalle vacanze estive, il 2 settembre, i suoi mille e cento allievi - di un'età compresa fra gli undici e i sedici anni - si sono trovati i banchi scompaginati. E non soltanto quelli. Le classi, infatti, sono state composte non secondo il tradizionale criterio dell’età bensì sulla base del livello, stabilito dopo una accurata serie di test, esaminati all’interno ma anche all'esterno dell’istituto. A parte il prevedibile caos che verrà al momento di mettere i ragazzi in posa per la foto di classe, questo criterio didattico ha, nel suo piccolo, una portata rivoluzionaria. In un mondo come quello dell'adolescenza dove anche solo sei mesi di differenza segnano ere diverse in fatto di gergo, mode, atteggiamenti, esso è quanto di più decostruzionista (e azzardato) si possa immaginare. In sostanza, un dodicenne genialoide e una sedicenne carrierista troveranno ben poco da dirsi, nel corso del lungo anno scolastico. Ancora meno dialogo è immaginabile fra un undicenne carente ma pieno di buona volontà e un sedicenne letargico per vocazione. In effetti, il vero punto debole di questa spietata logica del rendimento sta proprio nell’anello debole: penalizza senza speranza quei ragazzi in difficoltà per i quali il confronto con chi è più bravo risulta, magari dopo tanto tempo, pazienza e fatica, provvidenziale. E’ possibile che le classi «a basso rendimento» si trasformino in una limacciosa palude di pigrizia e disincanto. Ci si augura soltanto che sia prevista una certa flessibilità negli spostamenti fra un livello e l'altro. D’altro canto, val la pena prendere molto sul serio questa autonoma riforma e il segnale che lancia. Come il bambino nella favola del re nudo, essa sbandiera una realtà ardua da ammettere: non siamo affatto tutti uguali. E dopo anni di mortificazione questo è il primo, piccolo riscatto del merito. Tanto bistrattato anche nelle nostre scuole, in nome di un livellamento delle opportunità che non di rado si trasforma in una gimcana sfiancante per alcuni e in una noia insopportabile per altri. Per molti ragazzi dotati o anche soltanto bravi, l'anno scolastico è un cammino a singhiozzo in cui appena si avanza di un passo bisogna fermarsi per aspettare gli altri. E starsene possibilmente zitti, per non far l'ignominiosa figura dei secchioni. |