Contratto autonomo per gli insegnanti.

di ALESSANDRO AMELI, coordinatore Gilda-Unams

da ItaliaOggi del 6/9/2005

 

Una straordinaria sentenza della Corte costituzionale dà ragione alla storica richiesta della Gilda degli insegnanti sulla separazione dei contratti di docenti e non docenti.

La pronuncia dell’Alta corte segna un passaggio storico fondamentale rimarcando le profonde differenze e le specificità delle componenti della scuola, e lo fa semplicemente richiamando principi, condizioni e regole già presenti nelle fonti normative e di stato giuridico esistenti. La sentenza capovolge le impostazioni sindacali dei contratti della scuola e contrasta con chiarezza le scelte ideologiche di appiattimento con le quali in questi anni sono stati mortificati professionalità, ruolo e retribuzioni degli insegnanti italiani.

Le affermazioni della sentenza sono inequivocabili quando recitano che - ….. l’appartenenza di tutte le categorie di personale..., all’amministrazione scolastica non è sufficiente a superare le profonde differenze esistenti nei profili professionali del personale docente, da una parte, e di quello amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché di quello dirigente dall’altro».

E ancora quando scrive “va osservato che le indicate tipologie di personale versano in una situazione di stato giuridico che non ne consente l’assimilazione in una unica categoria, con la conseguenza che non è irragionevole la previsione di una diversa disciplina in materia”. Tutto ciò chiaramente sconfessa il contratto collettivo nazionale scuola che invece accomuna in un’unica area e in un unico contratto docenti e non docenti con disconoscimento e abbattimento delle specificità professionali degli uni e degli altri.

In un clima di politiche scolastiche miopi e minacciose nei confronti del personale docente, aprire una stagione di confronto sul contratto degli insegnanti, svincolato dalle logiche impiegatizie, sarebbe oggi un modo onorevole per governi e sindacati di riscattare se stessi e ridare ai decenti italiani fiducia, stima e motivazioni.

Non a caso i sistemi scolastici che funzionano sono quelli in cui gli insegnanti godono ancora di autorità indiscussa, circondati da prestigio e considerazione sociale. L’unica vera riforma della scuola italiana non sta certo nelle alchimie ordinamentali o nelle formule magiche della pedagogia, ma nel capovolgimento delle logiche che regolano la condizione di esercizio della professione docente. E urgente ripartire da qui.