Anno scolastico 2005-2006 al via 1. La lunga attesa. da TuttoscuolaNews N. 209, 5 settembre 2005
Un cordiale augurio di un buon anno (scolastico), prima di tutto, ai lettori delle nostre Newsletter. "Tuttoscuola" cercherà di accompagnarvi fornendo come al solito notizie aggiornate, e magari anche qualche chiave di lettura delle stesse notizie, non sempre di chiara e univoca interpretazione. Cominciamo da una panoramica complessiva. Il barometro della scuola italiana, all'inizio dell'anno scolastico 2005-2006, segna tempo perturbato, con aree poco nuvolose (il sereno non c'e' mai) e zone nelle quali spirano venti di tempesta. Le prospettive non sono buone, perché l'incertezza durerà a lungo, praticamente fino alla fine dell'anno scolastico, che precede di poco la data delle elezioni politiche. Se si fosse deciso di anticipare le politiche, come auspicato da alcuni autorevoli personaggi sull'onda dell'esito delle elezioni regionali (e come si è deciso di fare in Germania in circostanze analoghe, dopo la sconfitta della coalizione governativa), l'incertezza sarebbe durata di meno: a ottobre 2005 i tedeschi sapranno da chi saranno governati nella prossima legislatura (destra, sinistra o anche "grosse koalition", con una base programmatica precisa). Gli italiani no: dovranno aspettare fino ad aprile-maggio, e non è detto che a elezioni celebrate tutto sia chiaro. L'unico scenario che al momento sembra improbabile è quello della "grande coalizione", che qualcuno da noi chiama anche "grande centro", contro il quale si è alzato un fuoco di sbarramento da parte di maggioranza (non tutta) e opposizione (non tutta).
2. Il futuro della riforma Moratti Il fatto è che anche se l'affermazione di uno dei due poli fosse netta, non è detto che avremmo una situazione chiara e leggibile. Per restare nel campo della politica scolastica, prendiamo il caso della legge n. 53. Se vincesse il centro-destra avremmo, sulla carta, la continuità dell'azione di governo in attuazione delle riforma Moratti. Ma questi quattro anni hanno dimostrato che la coalizione di centro-destra è molto divisa e litigiosa, tanto da aver più volte modificato la fisionomia della riforma, soprattutto per quanto riguarda il secondo ciclo (licealizzazione degli istituti tecnici sì, no, semi; istruzione e formazione professionale forte, debole, sperimentale e poi si vede), e perfino alcuni aspetti dei programmi di studio, da quelli di italiano a quelli di storia. Forse andrebbe meglio sul primo ciclo, ma con alcuni problemi ancora insoluti, da quello del tutor, con relativi strascichi sindacali, a quello del portfolio e dell'insegnamento (serio) di due delle tre "i" berlusconiane, inglese e informatica. E il futuro dell'attuale ministro Moratti non sembra ministeriale. Un nuovo ministro, anche se della stessa coalizione, potrebbe portare novità anche molto rilevanti, soprattutto se fosse un politico e non un tecnico. Se vincesse invece il centro-sinistra, non è chiaro se e quanto della riforma Moratti resterebbe in piedi, e che cosa si farebbe nel caso fosse adottata la linea abrogazionista sostenuta dal comitato "Fermiamo la Moratti", al quale aderiscono alcuni partiti delle sinistra e il sindacato scuola della CGIL. Alcuni esponenti del comitato sostengono che la soppressione della legge n. 53 farebbe automaticamente rivivere la legge n. 30/2000 (Berlinguer), abrogata appunto dalla legge 53: sopprimendo quest'ultima si abrogherebbe anche la soppressione della legge n. 30. Ma molti obbiettano che sarebbe meglio guardare al futuro anziché al passato, e che una parte del "pacchetto" Moratti potrebbe prestarsi a emendamenti e miglioramenti in sede sia legislativa sia amministrativa. Una linea più moderata, seguita anche da Zapatero in Spagna, nei confronti della riforma Aznar. |