Scuola, un terremoto sulle graduatorie. Il Tar boccia parte della legge: punteggi da rifare, incarichi a rischio. da La Gazzetta di Modena, 9/10/2005
Scuola di nuovo nel caos. Le graduatorie permanenti dei docenti precari traballano e pure le recenti immissioni in ruolo potrebbero essere riviste. La legge 143, che ha rivoluzionato i criteri per l’ammissione dei precari della scuola nelle graduatorie permanenti è stata dichiarata parzialmente illegittima dal Tar del Lazio, su ricorso della Gilda insegnanti, che aveva chiesto anche, ma inutilmente, l’abolizione del raddoppio del punteggio per chi aveva insegnato in montagna. La legge 143 aveva valorizzato il cosiddetto servizio d’insegnamento «non specifico», svolto, cioè, per classi di concorso diverse da quelle cui si riferisce la graduatoria d’iscrizione, riconoscendone la valutabilità nella misura del 50 per cento del punteggio pieno, ma solo per sei mesi l’anno. E qui casca l’asino, perché il Tar ha dichiarato la illegittimità delle relative «disposizioni che, limitando a sei mesi il servizio valutabile possono impedire senza alcun fondamento normativo il raggiungimento del punteggio massimo» di 12 punti annui. E ora che succede? «La sentenza è un vero e proprio terremoto che pone in forse tutte le immissioni in ruolo già effettuate e che pone una seria ipoteca sulla legittimità degli incarichi di supplenza disposti in questi giorni - denuncia il sito giuridico Cittadinolex - Le sentenze di annullamento del Tar Lazio, infatti, determinano la cancellazione delle norme annullate, che devono essere scritte nuovamente secondo le indicazioni dei giudici. Per dare attuazione alla sentenza, peraltro, l’amministrazione scolastica dovrebbe rifare le graduatorie, chiedendo a tutti i docenti di compilare nuovi moduli da predisporre secondo i dettami del Tar. E l’adozione dei criteri dettati dai giudici amministrativi potrebbe determinare sconvolgimenti delle graduatorie, che potrebbero far decadere le assunzioni già effettuate. Sia le immissioni in ruolo che le supplenze». Caustica la Flc Cgil: «L’affastellarsi di norme contraddittorie ed inique ha determinato un contenzioso infinito e rischia di stravolgere anche le operazioni di nomina già effettuate. E in questo marasma è facile commettere errori: sono diverse le province nelle quali si è dovuto ripetere le operazioni di nomina e in molte province non sono ancora terminate neanche quelle da graduatorie permanenti». Per la Cisl ci sono ora tre vie d’uscita: proporre appello al Consiglio di Stato, applicare la legge secondo la sentenza del Tar e dunque rifacendo le graduatorie e rivedendo le immissioni in ruolo e gli incarichi annuali. Oppure emettere un decreto col quale ripristinare la situazione precedente alla sentenza. Robertino Capponcelli, della Gilda Modena, si dice soddisfatto perché la sentenza dà un contributo al dibattito sulla profesionalità dei docenti e del servizio svolto su materie e in ordini di scuola diversi («quanti a inizio carriera lavorano alcuni giorni alle elementari e altri alle scuola d’infanzia, perché non tenerne conto?»), ma si dice scontento per la bocciatura del ricorso sul superpunteggio di montagna, isole e carcere. A questo proposito, i giudici spiegano che l’essere inseriti nelle graduatorie permanenti non è un diritto vero e proprio e dunque gli interessati non possono sentirsi danneggiati da una decisione frutto di una «scelta di politica legislativa insindacabile». Intanto si abbatte un altro ciclone sulle graduatorie. Il Tar della Sardegna ha appena sancito che il punteggio per le supplenze all’estero vale doppio. Così una precaria che era passata di ruolo ha subìto la revoca del posto a beneficio della ricorrente. Le graduatorie di Nuoro sono state annullate e si attende di sapere quali ripercussioni possa avere la sentenza su Modena, dove potrebbero esserci degli interessati cui è stato negato il raddoppio. (vincenzo brancatisano) |