SENTENZA DEL TAR DA’ UNA SPERANZA A OLTRE TRENTAMILA PRECARI. Scuola, le graduatorie rischiano un terremoto. Raffaello Masci, La Stampa del 6/10/2005
ROMA La questione è molto tecnica. Ogni anno un docente ottiene 12 punti per l’insegnamento di una certa materia. Se decide poi di concorrere per un altro insegnamento, quei 12 punti gli valgono solo per la metà (6 invece di 12). Il Tar del Lazio ha eccepito su questo criterio: i punti sono sempre 12 l’anno, indipendentemente dalla materia o dal tipo di scuola. Ne consegue che chi oggi ha una certa posizione in graduatoria determinata dalla somma di anni a punteggio pieno e anni a punteggio dimezzato, potrebbe recuperare 6 punti per ciascuno degli anni «dimezzati» e scavalcare così altri colleghi in graduatoria. In un sistema fortemente competitivo come quello scolastico, la corsa al punto in più è questione di vita o di morte professionale. Poiché per i prossimi due anni sono previste 30 mila assunzioni, questa sentenza del Tar sta facendo balenare in molti precari la possibilità di una definitiva assunzione. La massa di ricorsi potrebbe essere enorme: dei 400 mila docenti in graduatoria, un quarto potrebbe essere interessato dalla vicenda e un’ondata di carte potrebbe sommergere gli uffici ministeriali. Per questo il ministero di viale Trastevere ha preso le sue precauzioni: con una nota ha fatto sapere che ritiene le graduatorie perfettamente regolari e che farà ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza. Dunque, che cosa potrebbe succedere adesso? «La cosa più probabile - dice Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola - è che non succeda nulla. Ma che un nervosismo serpeggi nei già adrenalinici ranghi della scuola, almeno fino alla sentenza di secondo grado. Poi si vedrà, ma comunque nulla cambierà per l’anno in corso». La scuola però - dice il segretario della Cisl, Francesco Scrima - non può subire continui choc, e per questo «occorre una sollecita iniziativa per evitare una ulteriore serie di contraccolpi che si aggiungerebbero a quelli già presenti per il ritardo di alcune nomine». Ma la misura risolutiva sarebbe - secondo il leader della Cgil scuola, Enrico Panini - che il ministero evitasse di esporsi a iniziative del Tar come questa: «Il ministro Moratti, che anche recentemente ha garantito ai cittadini italiani il regolare avvio dell'anno scolastico, dovrebbe chiedere loro scusa considerando che questa sentenza del Tar, che comporta il rifacimento di diverse decine di migliaia di posizioni in graduatoria, era nota da tempo e poteva essere affrontata con misure adeguate». |