Secondo ciclo/2:

le Regioni alla Moratti:

i patti vanno rispettati.

TuttoscuolaNews N. 213, 3 ottobre 2005

 

Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha reagito con una secca dichiarazione all'ipotesi che il governo possa recepire l'indicazione proveniente dalla Commissione Istruzione del Senato, che lo invita ad avviare la sperimentazione della riforma del secondo ciclo già a partire dal 2006-2007, in difformità da quanto assicurato dal ministro Moratti in sede di Conferenza unificata (nessun avvio, neanche sperimentale, fino al 2007-2008).

"È indispensabile", ha detto Errani, "richiamare l'attenzione del Governo al rispetto degli accordi istituzionali che su tale materia sono stati sanciti nella Conferenza Unificata del 15 settembre. Lo slittamento della sperimentazione dei nuovi ordinamenti previsti dal decreto rappresenta uno dei punti cardine di quegli accordi, che quindi vanno rispettati".

Sembra difficile, per la verità, che il ministro Moratti, e anche il ministro La Loggia, che l'ha affiancata in qualità di presidente della Conferenza Stato-Regioni, possano recedere dall'accordo raggiunto, ma in teoria ciò potrebbe accadere se in Consiglio dei Ministri si trovasse una maggioranza a favore della sperimentazione dal 2006-2007, come è accaduto in Commissione Istruzione del Senato.

Ma a quel punto, a parte le complicazioni politiche (come si regolerebbe la Moratti?), sorgerebbero problemi quasi insolubili per le scuole, che dovrebbero fornire alle famiglie, entro gennaio 2006, una serie di notizie sui nuovi ordinamenti da mettere in sperimentazione in un quadro complessivo di grande incertezza: assenza di criteri condivisi tra Stato e Regioni per la transizione dal vecchio al nuovo ordinamento, destino degli attuali istituti tecnici, professionali e d'arte, inconsistenza del "sistema di istruzione e formazione" e dei titoli da esso rilasciati e così via.

Meglio, molto meglio per le famiglie, gli studenti e le scuole, avere un anno in più - fra l'altro un anno di elezioni politiche - per uscire da una situazione di così grande insicurezza.