Sindacati uniti: la riforma non va
da
ItaliaOggi del 18/10/2005
A parte qualche eccezione, il fronte sindacale è
compatto nell'esprimere il proprio dissenso in merito al decreto sulla
secondaria approvato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri.
´Un brutto pasticcio' è l'inappellabile giudizio del segretario
generale della Flc-Cgil, Enrico Panini: ´La scuola superiore che oggi
è unitaria sarà divisa in scuola di serie A (i licei) e in scuola di
serie B (i professionali).
Con questo decreto l'orologio della storia scolastica del nostro paese
viene riportato al 1923 quando l'allora ministro Gentile decise che le
scuole tecniche e professionali'.
Non suonano certo più tenere le affermazioni del segretario della Uil
scuola, Massimo Di Menna, che parla di ´riforma virtuale, che lascia
nell'incertezza il personale della scuola'. Ma è anche il metodo, e il
fatto che ad oggi non siano ancora disponibili i testi dei decreti, a
lasciare interdetti i sindacati. Il segretario della Cisl scuola,
Francesco Scrima, sottolinea come ´a tuttora le organizzazioni
sindacali di questo paese ignorano il testo definitivo del decreto e
se siano state raccolte, o meno, le numerosissime raccomandazioni,
osservazioni e condizioni poste dalle commissioni parlamentari'.
Critica anche il coordinatore di
Gilda,
Alessandro
Ameli,
che, attenta
soprattutto ai temi del precariato e del nuovo contratto, ribadisce
comunque la sua «più decisa opposizione ad ogni forma di frantumazione
del sistema scolastico».
Fuori dal coro, la voce dello Snals-Confsal di Gino Galati che
accoglie l'approvazione degli ultimi due decreti attuativi della legge
53/2003 come ´un nuovo capitolo sulla strada della riforma'.
In particolare, Galati saluta con soddisfazione l'ampliamento dello
studio delle lingue straniere e il potenziamento dell'area di
indirizzo dei licei tecnologici. Posizione minoritaria la sua e in
deciso contrasto rispetto a quella dei confederali pronti, invece, a
dare battaglia.