Il mercato della conoscenza. Pierluigi Sullo, il Manifesto del 29 ottobre 2005
Il movimento contro la «riforma» Moratti, come
molti hanno notato, segnala che grandi parti della società non sono
disponibili ad accettare la replica all'infinito dei dogmi liberisti.
In questo caso, la commercializzazione, con annessa precarietà del
lavoro, della conoscenza. Il messaggio è diretto ovviamente al
governo, ma vuole arrivare anche alle orecchie dei partiti
dell'Unione, se avessero l'accortezza di tenerle bene aperte. Non si
tratta solo di capire come fare in modo, nei prossimi mesi, di non
applicare di fatto la «riforma», magari sperimentando forme
alternative di organizzazione dell'università, ma anche - forse
soprattutto - di mettere le mani avanti. Dovesse vincere le elezioni
di aprile 2006, come si comporterebbe l'Unione nei riguardi
dell'università, della scuola, della ricerca? Nei cartelli che si
leggono nelle facoltà occupate, i nomi di Moratti e di Zecchino, o di
Berlinguer, ministri del centrosinistra, sono affiancati con buona
ragione, dato che in questo, come in altri casi, l'ex Ulivo ha
scardinato le porte in cui poi la mandria berlusconiana ha fatto
irruzione. Da qualunque lato si guardi al problema (dall'immigrazione
alla precarietà del lavoro, dalle grandi opere alle «missioni di
pace») si torna sempre lì, alla domanda: quanto l'Unione, nel suo
complesso, è in grado di (vuole, sa) accogliere quel che la nuova
società propone, anzi esige? Abbiamo ostinatamente segnalato che in
molti, nell'associazionismo, nei movimenti e nel sindacato, si
industriano attorno a questa domanda ancora senza risposta (anzi, le
risposte che si riescono a decifrare sono spesso assai preoccupanti,
si veda il programma che il candidato Prodi ha diffuso prima delle
primarie). E' per questa ragione che lunedì prossimo sarà nelle
edicole, allegato a Carta settimanale, un Quaderno, un numero
monografico di 80 pagine, interamente dedicato al «mercato della
conoscenza». Insisto: il fascicolo è gratuito, basta comprare il
settimanale (per la solita e modica cifra di 1,80 euro). Insomma,
facciamo - noi poverelli - un sacrificio, anche grazie al rapporto con
vari soggetti del mondo della formazione, a partire dalla Federazione
dei lavoratori della conoscenza della Cgil, perché appunto il momento
è cruciale. Speriamo di essere utili, in sostanza, ai seminari e ai
dibattiti che nelle facoltà e nelle scuole occupate e in autogestione
si vanno facendo in queste settimane. Dunque, offriamo riflessioni
(come quelle di Marco Revelli e Bruno Amoroso), esperienze (come
quelle di varie «università» auto-promosse), informazioni sulle
proposte circolanti a sinistra e nei sindacati (a cominciare da un
articolo di Enrico Panini, segretario della Flc, per continuare con
Rifondazione, Ds, Unione, Cobas), racconti dal mondo della scuola, i
precari dell'università, ecc. |