Le strutture che mancano
e la protesta dei sindacati:
"Si lede uno dei diritti fondamentali".
la Repubblica del
24/10/2005
Un episodio, drammatico, che di nuovo provoca
riflessioni, dibattiti, polemiche. Un ragazzo di 15 anni che uccide i
genitori, che stavano per mandarlo in una struttura di riabilitazione.
Sono tante le domande che partono dalla tragedia, ma alcune vengono
ripetute costantemente a chiunque operi in questo settore: chi ha
aiutato questi genitori? Quale sostegno hanno trovato? Perché avevano
deciso di far ricorso a una clinica? Dice bene un lettore che ha
scritto a Repubblica: "Quello che ha ucciso i genitori non è stato il
ragazzo, ma la loro resa nella guerra quotidiana al diverso". La
sensazione di abbandono è totale, e disarmante.
Cosa avevano alle spalle questi poveri genitori? Strutture che possano
garantire un sostegno adeguato, suggerire un percorso alternativo alla
clinica, alla struttura per una 'riabilitazione' forzata? La scuola
dovrebbe essere il primo e fondamentale passaggio per una reale
integrazione, per aiutare a capire e superare i problemi. Quella
scuola italiana dove l'integrazione degli studenti disabili è
stabilita dalla legge, e dove invece la stessa integrazione è sempre
più sulla carta.
Di numeri si fa presto a parlare: pochi insegnanti di sostegno (il
rapporto è di uno ogni due alunni), strutture inadeguate, tagli ai
fondi. La manovra bis legata alla Finanziaria parla chiaro: per la
scuola sono previsti tagli di 155 milioni di euro, 71 dei quali
sottratti all'integrazione scolastica, dall'adeguamento delle
strutture al sostegno.
I sindacati sono sul piede di guerra: Francesco Scrima, segretario
nazionale di Cisl Scuola, parla di "un taglio inqualificabile, che
aggiunge disagio a disagio, si connota come una pesante quanto
allarmante insensibilità, che finisce per calpestare quei particolari
diritti che attestano il grado di civiltà di una comunità. La
diminuzione di spesa imposta - aggiunge Scrima - va a colpire
soprattutto gli alunni disabili, negando loro la possibilità di vedere
realizzati molti degli adeguamenti previsti nelle strutture
scolastiche da essi frequentate".
Enrico Panini; segretario nazionale della Cgil Scuola, parla di "tagli
che andranno a investire le strutture scolastiche; in pratica si
rinuncia all'abbattimento delle barriere architettoniche nelle
scuole". Tra tagli ai fondi per l'adeguamento dell'edilizia
scolastica, e insegnanti di sostegno in numero assolutamente
insufficiente, la conclusione, amara e poco degna di un paese civile,
è una sola: per gli studenti disabili sarà quasi impossibile non solo
frequentare la scuola con regolarità, ma addirittura riuscire ad
andarci.
Denunciare ogni episodio, fare manifestazioni, ricorrere al tribunale:
questo si può fare secondo i sindacati. "Anche la nuova ordinanza del
tribunale di Cagliari, che ha respinto il ricorso del ministero, dando
così ragioni ai genitori degli alunni che chiedevano il sostegno
pieno, mette in luce un aspetto importante: i tribunali sono più
avanti della politica, perché ricordano, con le loro sentenze; che i
diritti sono diritti, e quindi non possono essere sottomessi a leggi
Finanziarie".
Questa è l'idea del sostegno alle famiglie. Ci si può meravigliare poi
per le tragedie che accadono quando i genitori non trovano aiuto?