Il giallo della tabella corretta:
5 ottobre: giornata mondiale degli insegnanti.
Tuttoscuola
4 ottobre 2005
Un comunicato congiunto di tutte le più
importanti associazioni professionali degli insegnanti italiani,
redatto in uno spirito per una volta bipartisan, richiama l’attenzione
dell’opinione pubblica sul ruolo dei docenti nel mondo e sulla loro
importanza nella società. Si tratta dell’ennesimo, ancorché corale,
grido nel deserto, o di qualcosa di più concreto? Vediamo.
La data del 5 ottobre è legata alla data, appunto il 5 ottobre 1966,
nella quale gli insegnanti ricevettero dall’UNESCO, per la prima
volta, il solenne riconoscimento dell’importanza strategica del loro
ruolo e delle loro responsabilità. A partire dal 1993 il 5 ottobre di
ogni anno viene celebrata la giornata mondiale degli insegnanti,
dedicata a un tema particolare. L’anno scorso l’argomento scelto fu
"Insegnanti di qualità per un’educazione di qualità", quest’anno il
tema prescelto è "Formazione, la forza del corpo docente", con
riferimento all’importanza della formazione, sia iniziale che in
servizio.
Per la verità, a giudicare dall’esito dell’appello dell’anno scorso (e
degli anni precedenti) non sembra che il lungo elenco di
raccomandazioni che vengono rivolte all’opinione pubblica e ai governi
sia destinato ad andare oltre la soglia degli auspici, peraltro
alquanto scontati. Quest’anno, però, le associazioni professionali
italiane un obiettivo concreto e condiviso ce l’hanno: è il decreto
legislativo sulla formazione e il reclutamento degli insegnanti,
varato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri il 25 febbraio 2005
e in procinto di essere approvato in via definitiva entro il prossimo
17 ottobre, dopo l’esame in corso da parte delle commissioni
parlamentari.
Tutte le Associazioni professionali
firmatarie del documento hanno espresso il loro dissenso sullo schema
di decreto, perché "incapace di avviare una formazione qualificata e
di risolvere gli annosi problemi del reclutamento". Almeno in
negativo, tutti sono d’accordo. Sulle alternative al decreto, invece,
il disaccordo è profondo tra chi sostiene la ridefinizione per via
legislativa dello stato giuridico degli insegnanti, e chi vi si
oppone, preferendo la via del negoziato con i sindacati e con le
stesse associazioni professionali ad essi alleate.