Il provvedimento del Tar sul calcolo del
punteggio
con cui sono stati assunti 17.500 docenti e centomila supplenti.
Il Ministero: nessuna revisione, faremo appello
"Quella norma è illegittima"
in crisi le graduatorie dei prof.
Salvo Intravaia,
la Repubblica del
6 ottobre 2005
Anno scolastico a rischio. Una sentenza del Tar
Lazio - e che dunque ha valore sull'intero territorio nazionale - ha
dichiarato illegittimo uno dei criteri di valutazione del punteggio
delle graduatorie dei supplenti, dalle quali è reclutata anche metà
dei neoassunti. Un provvedimento che interessa, e fa tremare i polsi,
a 17 mila e 500 neoimmessi in ruolo e a quasi 100 mila supplenti
nominati lo scorso mese agosto.
Se il ministero dell'Istruzione dovesse applicare in tempi brevi il
provvedimento verrebbero rimesse in discussione addirittura le ultime
immissioni in ruolo.
"La portata di una simile decisione sarebbe - secondo la Cisl scuola -
davvero enorme, in quanto si tratterebbe non solo di rifare le
graduatorie permanenti ma di rivedere anche le immissioni in ruolo
appena fatte e gli incarichi annuali appena conferiti", si legge in
una nota del sindacato guidato da Francesco Scrima.
Un vero e proprio terremoto. Soprattutto per la scuola media e
superiore, dove i docenti con più abilitazioni sono davvero tanti.
"L'inefficienza del ministero diretto da Moratti è tale che siamo
ormai in cinque anni alla decima correzione delle graduatorie in
seguito a sentenze del tribunale amministrativo - commenta Enrico
Panini, segretario della Flc-Cgil -. Questa sentenza rischia di far
rifare decine di migliaia di posizioni in graduatoria".
Ma di cosa si tratta? Al centro della questione il cosiddetto
"servizio non specifico". Quello che i docenti abilitati in più classi
di concorso possono inserire - ma con il punteggio dimezzato - anche
nelle graduatorie delle discipline che, per quell'anno, non hanno
insegnato.
Facciamo un esempio: un precario abilitato all'insegnamento di
Italiano sia alla media sia al superiore (due classi di concorso
diverse A043 e A050), se in un anno ha prestato servizio soltanto al
superiore - in base le tabelle di valutazione utilizzate finora - ,
può inserire il punteggio pieno (12 punti) nella graduatoria della
materia che ha effettivamente insegnato (Italiano al superiore), e
metà punteggio (6 punti) in tutte le altre graduatorie di cui possiede
l'abilitazione (Italiano alla scuola media).
Così fino ad ora. Ma se si applicasse la sentenza del Tar questo
stesso supplente potrebbe inserire i suoi 12 punti in tutte le
graduatorie. Il terremoto che ne deriverebbe è evidente.
Non si tratterebbe, questa volta, soltanto del solito tour de force
imposto ai Centri servizi amministrativi (gli ex provveditorati agli
studi) per rifare le graduatorie permanenti, ma verrebbero messe in
dubbio anche le ultime immissioni in ruolo. E sarebbe la prima volta.
A essere messo in crisi sarebbe così l'intero sistema scolastico
italiano, giacché neoassunti (i 17.500 nominati dalle graduatorie
permanenti: gli altri 17.500 sono stati reclutati dalle graduatorie
degli ultimi concorsi a cattedre) e precari che da un mese siedono in
cattedra sono il 14 per cento del totale.
Alcuni precari, due mesi fa, non ce l'hanno fatta per un solo punto ad
acciuffare l'agognata cattedra si può giurare che faranno di tutto per
riprenderla per i capelli. Per la scuola sarebbe un vero e proprio
disastro: balletto di docenti ad anno scolastico ampiamente avviato e
docenti che rischiano di perdere il posto conquistato, da appena due
mesi, magari dopo anni di attesa.
Letiza Moratti “E' micidiale - commenta Domenico Damiani, a capo dei
Cobas della scuola-. Molti precari a questo punto hanno diritto di
fare ricorso. Non si tratta della questione tecnica dei sei punti,
quello che ci preoccupa è la filosofia di questo governo che tende
alla precarizzazione della scuola: si può creare il caos anche
inducendo i precari a presentare ricorso, come in questo caso”.
In serata è giunta la risposta del ministero, che ritiene non ci siano
"rivoluzioni nelle graduatorie" poiché "l'Amministrazione sta
proponendo appello al Consiglio di Stato. Il caso concreto dei
ricorrenti, comunque non incide sulle graduatorie che di conseguenza
non sono soggette a revisione". Il problema è se ci saranno altri
ricorsi, e quanti.