Riforma docenza universitaria,

continua la contrapposizione.

La Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha ravvisato elementi di incostituzionalità in un passaggio del disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti universitari. Prosegue, intanto, la mobilitazione del mondo universitario. Ma il Governo sembra deciso a voler fare approvare il testo anche alla Camera.

Andrea Toscano, La Tecnica della Scuola del 20/10/2005

 

Il Comitato permanente pareri della Commissione Affari Costituzionali della Camera si è espresso sul disegno di legge relativo allo stato giuridico dei docenti universitari, approvato lo scorso 29 settembre dal Senato con voto di fiducia richiesto dal Governo.

Nel parere del 20 ottobre si legge: "rilevato che il secondo periodo del comma 1 dell'articolo unico del provvedimento dispone che la gestione delle Università si ispira al principio di autonomia e di responsabilità nel quadro degli indirizzi fissati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e che ciò appare confliggere con la riserva di legge di cui all'articolo 33, ultimo comma, della Costituzione, che, nel riconoscere alle Università il diritto di darsi ordinamenti autonomi, dispone che spetta alle leggi dello Stato, e non già ad una normativa di rango secondario, individuare i limiti entro i quali può svolgersi la predetta autonomia, esprime parere favorevole con la seguente condizione: provveda la Commissione di merito ad espungere dal testo del provvedimento il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 1."

Ma il parere, che non ha carattere vincolante, potrebbe non condizionare il Governo, che sembra voler proseguire per la sua strada, facendo approvare comunque il disegno di legge, entro il mese di ottobre, anche alla Camera dei deputati. Se così sarà, viene a cadere la speranza di chi aveva pensato che il parere espresso dalla Commissione parlamentare avrebbe comportato la modifica del provvedimento alla Camera e la necessità di un ulteriore esame del Senato.

Nunzio Miraglia, coordinatore nazionale dell'Andu, commenta così la linea del ministro Moratti, sostenuta dalla maggioranza: “Avanti, ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, per imporre un provvedimento letale per l'Università e disastroso per il Paese, voluto e difeso da un ristretto gruppo di potenti professori”.

Per il coordinatore dell’Associazione che rappresenta un parte dei docenti universitari, il parere della Commissione Affari Costituzionali della Camera “non potrà non pesare sulla decisione del Capo dello Stato di emanare una legge che, se non modificata, è palesemente non costituzionale”.

In questo clima, proseguono le iniziative negli Atenei contro il ddl sulla riforma della docenza universitaria (e il mondo di procedere per la sua approvazione), ma anche contro gli scarsi finanziamenti per l’Università ed una Finanziaria che si annuncia penalizzante. Contestata al ministro Letizia Moratti anche la mancanza di un serio confronto con le varie componenti del mondo universitario.

La mobilitazione negli Atenei si intreccia, in questi giorni, con la protesta degli studenti delle scuole superiori contro il decreto di riforma della secondaria di II grado. E per il 25 ottobre è stata fissata a Roma una grande manifestazione. .