Riforma secondaria e art. 5: Comment!
dal
Coordinamento Precari di Venezia,
10/10/2005
In anticipo di una settimana, governo e
maggioranza accelerano sugli Atti governativi nn. 530 e 535 e li
mandano in Aula per la discussione e la votazione del parere. Tutto
accadrà domani, con la votazione in commissione.
Per l'Atto n. 535, "Schema di decreto legislativo concernente le norme
generali ed i livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo
del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge
28 marzo 2003, n. 53", i pareri già espressi dalle commissioni 7^ di
Camera e Senato, pronti per l'approvazione, hanno in sostanza
accettato il rinvio di un anno della riforma del ciclo secondario, ma
hanno anche invitato il governo a concederne la sperimentazione già a
partire dall'anno prossimo (contro gli accordi della Conferenza
Stato-Regioni).
Discorso ben diverso è quello sull'Atto n. 530 "Schema di decreto
legislativo concernente la definizione delle norme generali in materia
di formazione degli insegnanti ai fini dell'accesso all'insegnamento,
ai sensi dell'articolo 5 della legge 28 marzo 2003, n. 53". Qui i
parlamentari della maggioranza si preparano ad uno stravolgimento
della legge di non poco conto.
Passaggi fondamentali sono quelli sul sistema di reclutamento (di cui
peraltro il decreto non dovrebbe nemmeno parlare, non essendo
contemplato dalla delega ricevuta) e sull'accesso dei sissini alla
chiamata diretta attraverso albo regionale.
Per il sistema di reclutamento, le proposte della maggioranza
contenute nel parere della 7^ commissione sono davvero curiose:
innanzitutto alzano la percentuale di "iscrizioni extra" ai bienni di
specializzazione, in eccesso rispetto al fabbisogno stimato, dal 10%
al 30% (richiesta di origine sindacale davvero sconcertante). Già
questo significa passare da un allargamento "fisiologico", che stima
in circa un decimo gli abbandoni in corso di frequenza, ad un
incredibile 30%, che avrebbe il senso di voler ritenere che una
persona ogni tre che superano la selezione per entrare direttamente di
ruolo sia destinata all'abbandono del progetto nel giro di qualche
mese. In pratica questa "intelligente" versione del decreto nascerebbe
creando già nuovo precariato: 3mila nuovi illusi ogni anno, che
resterebbero a bocca asciutta ad aspettare non si sa che cosa.
Poi si indica, come criterio di selezione, invece della graduatoria di
uscita dal biennio universitario (che sarebbe almeno un logico
riconoscimento del merito), l'inserimento in un Albo regionale da cui
le scuole attingerebbero i propri neo-docenti di ruolo, attraverso
concorsi interni (e non perdiamo tempo a commentare questa perla di
garanzia di selezione).
La ciliegina è comunque rappresentata da un'ulteriore idea, ancora più
particolare: si decide di "riservare" una quota delle iscrizioni
nell'Albo regionale ai docenti già usciti dalle Ssis e dalla
Formazione primaria (immaginiamo che tale percentuale non possa essere
di molto inferiore al 50%). Ora, considerando che in Italia i 7 cicli
delle Ssis nel 2008 avranno già prodotto parecchie decine di migliaia
di specializzati, nella pratica del piano della maggioranza
(appoggiata dal sottosegretario Aprea) il decreto sul nuovo
reclutamento diventa una buffonata. Da "nuovo sistema", che doveva
offrire ai giovani neo-laureati la garanzia di essere assunti
direttamente sul 50% delle cattedre annualmente disponibili (senza
dover per forza confluire nella coda delle graduatorie permanenti), il
decreto diventa una legge per immettere in ruolo i sissini e per
creare altro precariato. Le conseguenze inevitabili saranno quelle di
ridurre a risibile il numero delle possibili iscrizioni ai nuovi
bienni universitari, oppure di creare annualmente altri 6mila precari
che, dopo aver pagato le non certo basse tasse universitarie, si
accorgeranno di essere stati presi per i fondelli una volta ancora: i
posti loro assicurati saranno stati dati ai sissini e loro rimarranno
in un limbo chiamato Albo regionale, ogni anno sempre più gonfio, in
attesa di un'assunzione che, di anno in anno, potrebbe non arrivare
mai. Infatti questa fase, che la stessa commissione ha il coraggio di
chiamare "transitoria", per poter assumere tutti i sissini dovrebbe
durare non meno di 15 anni, parcheggiando indefinitamente negli Albi
regionali non meno di 50mila nuovi precari.
Abbiamo già detto altre volte che non siamo certo contrari alle
immissioni in ruolo, ma non possiamo nemmeno esimerci da queste
considerazioni:
1) ci sono ancora decine di migliaia di
vincitori dell'ultimo ordinario che attendono di essere assunti sulle
cattedre per le quali hanno concorso: preoccuparsi di immettere in
ruolo candidati neodiplomati o che a quei concorsi sono stati
bocciati, prima di preoccuparsi di riconoscere i diritti di chi quei
concorsi li ha superati, è l'ennesima dimostrazione delle capacità e
delle abitudini legislative di questa maggioranza;
2) c'è una recente legge dello Stato, prodotta
da questo governo, che si è preoccupata di ribadire, dedicandovi un
apposito articolo, che le abilitazioni conseguite con le Ssis
consentono esclusivamente l'accesso alle graduatorie permanenti. E'
quanto meno singolare che a distanza di pochi anni, lo stesso
legislatore cambi rotta di 180° ed affermi esattamente l'opposto;
3) lo stravolgimento che si sta proponendo per
il testo del decreto legislativo del governo è davvero considerevole:
si annulla quasi completamente lo spirito della legge, nata per
cambiare il sistema di reclutamento, concedendo la metà dei posti ai
giovani, subito, in uscita dall'università. "Così" è anche
comprensibile e apprezzabile nel suo intento; ma che debba invece
servire per creare delle corsie preferenziali, di fronte ad abilitati
che nessuna legge dello Stato ha mai osato differenziare in serie A o
B, è quanto meno squallido;
4) la fase transitoria si sarebbe invece dovuta
preoccupare di garantire l'assunzione in ruolo degli ordinaristi,
vincitori di concorso, ancora in graduatoria, bloccando l'istituzione
dei nuovi corsi universitari laddove persistano GM ancora
sovrappopolate, e di studiare, eventualmente, nuove strategie per
allargare il reclutamento da GP, ma non certo scegliendo criteri che
ribaltino le norme vigenti;
5) le conseguenze economiche e lavorative per i
precari delle GP saranno comunque drammatiche: si può stimare che, a
partire dal 2008, possano sparire circa il 70% delle supplenze annuali
disponibili (occupate dai sissini e dai neo-laureati in tirocinio);
6) detto questo, se i parlamentari della
maggioranza decideranno di accogliere le proposte uscite dalle
commissioni, non potremo fare altro che ridere, ma con un certo
compiacimento: abbiamo infatti già detto che, se il destino delle GM
deve ritenersi ormai segnato, non saremo certo noi a strapparci i
capelli se questa legge riuscirà comunque ad immettere in ruolo degli
abilitati delle Ssis. Questo esclusivamente perché comporterà in ogni
caso un alleggerimento delle liste dei precari in attesa di un posto.
Ma il nostro giudizio sullo spessore morale di questa maggioranza, di
questo governo e di questo ministero di certo non cambia, memori delle
nefandezze costantemente perpetrate, senza nessun rispetto per la
persona e per gli elementari diritti di chi non va avanti per
raccomandazione o per percorso privilegiato.
Fa infine ridere un punto aggiuntivo, il penultimo del parere uscito
dalla commissione: "d) si accelerino le procedure di immissione in
ruolo dei docenti precari già inseriti nelle graduatorie permanenti,
al fine di non pregiudicare le posizioni acquisite". In concreto una
frase inutile, ma non certo per chi vuole esclusivamente farsi
propaganda ed è convinto di essere letto da beoti.