Ora di religione: per la Cei dicono sì oltre il 90% degli studenti . Il dato, relativo all'anno scolastico 2004/2005, è stato reso noto nei giorni scorsi a Roma durante il primo meeting nazionale degli insegnanti di religione cattolica, dal titolo “Irc: un contributo culturale alla scuola della persona”. Secondo i vertici della Cei si tratta di “un segno inequivocabile dell'importanza che l'ora di religione ancora riveste per i ragazzi italiani e le loro famiglie”. Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola del 18/10/2005
Le lezioni di religione nella scuola pubblica sarebbero frequentate da oltre il 90% degli studenti, anche grazie ad un numero sempre più alto di adesioni da parte degli allievi immigrati. Il dato, fornito dalla Cei e relativo all'anno scolastico 2004/2005, è stato reso noto nei giorni scorsi a Roma durante il primo meeting nazionale degli insegnanti di religione cattolica, dal titolo “Irc: un contributo culturale alla scuola della persona”. L'alta percentuale di adesione all'ora settimanale di religione, pari nelle scuole statali al 91,8%, è stata colta con soddisfazione dagli oltre 700 docenti presenti. Secondo i vertici della Cei si tratta di “un segno inequivocabile dell'importanza che l'ora di religione ancora riveste per i ragazzi italiani e le loro famiglie”. Secondo mons. Giosué Tosoni, responsabile del servizio Cei per l'insegnamento della religione cattolica “questo dato conferma come l'insegnamento della religione sia realmente rivolto a tutti perché si svolge dentro alle finalità della scuola contribuendo, assieme alle altre discipline, alla crescita personale e professionale degli studenti”. Dal convegno è emersa soddisfazione per l'opera compita dagli insegnanti di religione nelle scuole italiane: "nella scuola italiana - ha detto mons. Giuseppe Betori, presidente della Cei, durante le presentazione dei dati - il corpo docenti di religione risulta sempre più qualificato e dedito al loro compito formativo anche con personali sacrifici, disponibile a procedere con generosità e competenza. Questa consapevolezza si fa vivo ringraziamento a nome di tutti i Vescovi italiani. Entrare nella scuola non è entrare affatto in un ambiente chiuso, in un ghetto del sapere, ma penetrare nel cuore del mondo sociale, ascoltarlo, farsene competenti, comprenderlo, ripresentarlo nelle sue diverse articolazioni civili, ecclesiali, familiari e sociali in genere. Proporre la religione e in particolare la religione cattolica – ha concluso Betori - significa potenziare decisamente quello che nella post-modernità sta crescendo tra lo sbalorditivo, il promettente ed insieme l'inquietante, cioè la fame di “religioso”, proprio a livello anche pubblico sociale”. Durante l’incontro con gli insegnanti si è anche dibattuto sulla totale apertura dell'ora di religione agli studenti di altre confessioni: “tanti figli di immigrati di altra confessione cristiana o di religione diversa - ha detto Tosoni - hanno compreso che per capire il Paese in cui vivono, con la sua identità e i suoi valori, è necessario il confronto con la religione che ha determinato tutta una serie di espressioni: da quelle artistiche a La Cei, attraverso l’elaborazione dell'Osservatorio socio-religioso del Triveneto, ha reso nota anche la percentuale dei frequentanti l’ora di religione distinta per ogni ordine di scuola: a dare la loro adesione alla religione sarebbe il 95,1% degli allievi delle scuole statali dell'infanzia, il 95,5% nelle primarie, il 93,2% alle medie e l'85,3% alle superiori. “Percentuali confermate - fa sapere le Cei - anche da una recente indagine del ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca”. |