I TAGLI ALLA CULTURA La Finanziaria cancella l´arte a rischio teatro, cinema e musei.
Il ridimensionamento dei trasferimenti agli enti
locali Lucio Cillis, la Repubblica del 9 ottobre 2005
ROMA - Pochi, rispetto al pedigree dell´arte italiana, ma c´erano. I contributi dello Stato a sostegno dello spettacolo nel corso dei 20 anni di vita del Fus sono stati erosi dall´inflazione, dai costi crescenti per la realizzazione di film, la messa in scena di balletti, di opere teatrali, di lirica e di classica.
Quelle somme erano comunque lì a dare il proprio
contributo, prima dell´ulteriore taglio al Fondo unico dello
spettacolo (meno 142,2 milioni di euro) previsto dalla Finanziaria del
ministro Tremonti, che ha cancellato anche altre norme di sostegno al
settore (125,3 milioni in meno), provocando la rivolta dell´intero
mondo dell´arte e della cultura italiana. Un vero e proprio crollo
degli investimenti a sostegno di settori ancora vitali, dal
cortometraggio alla banda musicale di paese ma anche, di musei, della
prosa, di festival, di scuole di formazione, della promozione della
cultura italiana all´estero. Tutti questi dati sono contenuti nella Relazione che ogni anno il ministero dei Beni culturali invia al Parlamento. L´ultima disponibile è del 2003 e descrive fin nel dettaglio i mille rivoli dove i fondi vengono indirizzati e, quindi, le anime culturali che dopo la manovra verranno maggiormente penalizzate. Nel 2003 le percentuali di riparto del Fus, in pratica le aliquote, vedevano la lirica al primo posto per fondi ricevuti con il 48% del totale. A seguire il cinema, con il 18%, la prosa con il 17,6%, la musica col 13,5%, la danza e il mondo del circo con l´1,5% ognuno. Soltanto il taglio del 33% al Fondo, presente nella manovra 2006, ridurrà in media di 68 milioni di euro la "dote" della lirica, di 25,5 milioni quella del cinema, di 19 milioni le risorse disponibili per la musica, di 2 quelle riservate alla danza e di altri 2 milioni i soldi destinati al sostegno dei circhi.
Accanto ai 142 milioni spazzati via dal Fus
(restano 300 milioni annui da qui al 2008) ci sono altri 125 milioni
di euro che vengono azzerati in Finanziaria: 30,9 provenivano dal
Lotto, 92,2 milioni erano destinati più in generale agli investimenti
relativi al patrimonio culturale. E spariscono anche altri 2 milioni
di euro devoluti all´arte contemporanea. In tempi di vacche magre e di
cecità culturale sono svaniti pure 200 mila euro utilizzati dal Cnr
per diversi investimenti a difesa del patrimonio culturale. |